Campane e concerti storici - Regione Veneto
AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)
Cap. ARS-H20 - Rassegna bronzi storici - Pag. ARS-H20.08
Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2011 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina
(VR) - Verona: Campane di S. Lucia - di Nicola Patria
Per le notizie storiche sul campanile, fare clic qui.
Nel 1777 il veronese Giuseppe Antonio Larducci (ultimo rappresentante della scuola fusoria scaligera) fornì un insieme di campane, parzialmente rifuse in seguito dai Partilora- Selegari Vr (dal Gardoni apprendiamo: una nel 1827, due nel 1835, un’ultima nel 1839) e nel 1852 dai celeberrimi Cavadini di Vr allievi del leggendario Ruffini da Reggio.
Della fusione originaria resta la campana maggiore chiamata “Elisabetta”. Già a metà ottocento esisteva una squadra di concertisti campanari parrocchiali, allora iscritti nelle fila della “San Giorgio in Braida” che concertavano secondo la tecnica del Sistema Veronese che, mediante una sapiente sincronizzazione della rotazione dei bronzi, ottiene delle melodie musicali.
I bronzi vennero requisiti durante il secondo conflitto mondiale ma tornarono tutti al loro posto.
Oggi presso il campanile presta servizio un gruppo di suonatori locali coadiuvato a necessità dalla squadra di Santa Anastasia che si occuperà anche di istruirne gli allievi presso il vicino e storico campanile-scuola di San Massimo.
Il concerto attuale è composto da sei campane, accordate secondo la scala diatonica maggiore, in una tonalità compresa tra il Re3 ed il Reb3. Le cinque campane minori, potenti, severe ed omogenee sono dei bronzi di resa fonica media, salvo la campana “Sol3” che, a causa di un maldestro intervento di accordatura al tornio, si presenta con una voce sgradevole. La secolare campana maggiore, di grande interesse storico artistico e scientifico per epoca, dimensioni, qualità del suono e delle decorazioni, ha una straordinaria ed inconfondibile voce rotonda ed avvolgente.
Nota: Re3; Diametro mm1271; Peso kg 1216.
Anno di fusione 1777; Fonditore Larducci Vr.
Testo sulla fascia sotto la cornice della calotta: "SEDENTE PIO VI PONTEFICE ET IN ECLA (Ecclesia) VERNSI (Veronesi) IOANNE MAVROCENO EPISCOPO".
Nella fascia centrale: "A FVLGVRE ET TEMPESTATE LIBERA NOS DOMINE, e di seguito PIORVM ELLEMOSINIS ANNO MDCCLXXVII".
Nello stemma "OPUS JOSEPHO ANTONI LARDUCCI VERONENSIS".
La caratteristica calotta, arrotondata e prominente, è ritmata da foglie con la punta rivolta verso il basso, scendendo vi è una spessa fascia vegetale da cui pendono festoni bucolici ad arco rovesciato. Nella zona mediana troviamo i cammei con le otto immagini tra cui: Madonna del Rosario con Bambino, Santa Lucia, visitazione della Madonna a Santa Elisabetta, Papa Pio VI., mentre la parte medio-bassa ed il bordo, sono decorati da semplici e sporadiche linee orizzontali.
Nota Mi3; Diametro mm1130; Peso kg.789;
Anno di fusione 1852; Fonditore Luigi Cavadini Vr.
Immagini sulla campana: Crocifisso,San Paolo, San Pietro, ??????
All’interno della targhetta rettangolare: "CAVADINI PIETRO PADRE, FRANCESCO E LUIGI FIGLI FONDITORI IN VERONA. PIORUM ELLEMOSINIS ANNO S MDCCCLII".
Nella fascia bassa sotto la targhetta: "A FULGURE ET TEMPESTATE LIBERA NOS DOMINE".
Rilevato intervento di saldatura vistoso ma ben riuscito a riparazione di vecchia crepa.
Nota Fa#3; Diametro mm 1006 ; Peso kg 592; Anno di fusione 1910; Fonditore Achille ed Ettore Cavadini Vr.
Nella fascia bassa: "A FLAGELLO TERREMOTUS LIBERA NOS DOMINE".
All’interno di una targhetta rettangolare: "ANTICA E PREM.A FONDERIA VESC.E LUIGI CAVADINI E F.LIO IN VERONA".
Sotto la targhetta della Ragione Sociale "PIORUM ELEMOSINIS ANNO MDCCCLII REFUSA MCMX"
Sulla campana ci sono quattro immagini.
Nota Sol3; Diametro mm 909 ; Peso kg 449;
Anno di fusione 1907; Fonditore Achille ed Ettore Cavadini Vr.
Nella fascia bassa all’interno cornice ovale: QIN TE DOMINE SPERAVI NON CONFUNDAR IN AETERNUMQ.
Marchio fonderia : "ANTICA E PREM.A FONDERIA VESC.E LUIGI CAVADINI E F.LIO IN VERONA", sotto la targhetta 1907.
Sulla campana ci sono quattro immagini
Il bordo reciso compromette resa la fonica.
Nota LA3; Diametro mm 842 ; Peso kg 335; Anno di fusione 1929; Fonditore Ettore Cavadini Vr.
Nella fascia bassa all’interno cornice ovale: "AB OMNI MALO LIBERA NOS DOMINE". E continua "PAR DOMINO ALIYSIO FORNASER".
Marchio della Fonderia: "ANTICA E PREM.A FONDERIA VESC.E LUIGI CAVADINI E F.LIO IN VERONA". Sotto la targhetta della Ragione Sociale: "PIORUM ELEMOSINIS A.D.MDCCCLII REFUSA MCMXXIX".
Sulla campana ci sono quattro immagini.
Nota SI3; Diametro mm 745 ; Peso kg 243;
Anno di fusione 1875; Fonditore Achille Cavadini Vr.
Nella fascia bassa all’interno cornice ovale : "A PESTE FAME ET BELLO LIBERA NOS DOMINE".
All’interno di targhetta ovale : "PREMIATA FONDERIA LUIGI CAVADINI E FIGLIO IN VERONA", in losanga contrapposta. "PIORUM ELEMOSINIS REFUSA ANNO MDCCCLXXV", sotto la Ragione Sociale.
E’ necessario ora spendere due parole sulla scuola fusoria veronese rinascimentale. Gli artisti di questa comune radice sono, in successione, i Bonaventurini, Levi, Pisenti, De Rossi, Poni e Larducci. Realizzarono campane dalla forma allungata e dalla calotta arrotondata e prominente. Tale impostazione è detta “sagoma rinascimentale”, evolutasi dalla Tardo-Gotica, ancora vive erano, infatti, le testimonianze di Magister Jacobus e di Manfredino.
L’assetto decorativo, particolareggiato ma delicato e discreto, è di chiara influenza nordica e si presenta costituito perlopiù da fasce e festoni vegetali concentrate nella parte alta del vaso, seguite da qualche “cammeo” nella parte mediana, probabilmente per far si che la vibrazione sonora fosse più nitida e pulita. Il suono di questi bronzi è generalmente deciso, pastoso ed avvolgente.
Le fonderie che operarono successivamente a Verona provengono dalla prestigiosa scuola del reggiano Ruffini, uno dei più abili fonditori della storia Italiana.
Elisabetta mentre diffonde il suo celestiale canto
Rilievi eseguiti il 10 Gennaio 2008 da Luca Chiavegato, Andrea Consolaro, Maurizio Guadagnini e Matteo Padovani.
Le campane in quell’occasione sono state manovrate a concerto solenne, secondo il sistema veronese, dalla seguente formazione:
Sestina: Raffaello Mazzi
Piccola: Andrea Consolaro, dirigendo l’esecuzione
Seconda: Davide Zanetti
Terza: Giancarlo Tommasi
Quarta: Alessandro Cavara
Maggiore: Nicola Patria, Luca Chiavegato
Portale "Ingegneria e
Campanologia" -
Autore -
Sommario
- Mappa del Sito -
Home
Bib-ST-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni
Bib-ST-339 - Monografia di Nicola Patria