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 Famiglie di Fonditori storici - Regione Veneto

AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)

Cap. ARS-G20 - Rassegna fonditori storici - Pag. ARS-G20.09

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2007 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

(VR) - Verona - Famiglia Cavadini

 

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Verona, secoli XVIII - XX.

 

A Verona abbiamo, nel settore della fusione di campane, bronzi, mortai e bocche da fuoco, la grande dinastia di maestri artigiani dei Cavadini (allievi di Ruffini borgo San Nazaro).

I Cavadini, originari del comasco, sono la più illustre famiglia di fonditori di Verona, negli ultimi due secoli.

 

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Il fondatore fu Pietro di Giovanni Cavadini, che nel 1765, a Montorio Veronese, iniziò la propria attività di fonditore, nel 1813 l'attività di questo laboratorio artigiano si trasferì a Verona in contrada San Nazaro dove l'azienda artigiana prosperò fin quasi ai giorni nostri (1974). 

I loro bronzi hanno una voce unica: nobile, severa, irruente ed emozionante allo stesso tempo. L’apparato decorativo risulta razionalizzato rispetto ai loro predecessori, senza mai divenire scarno, banale o privo di cura.

 

 I Cavadini realizzarono campane per la quasi totalità delle chiese del territorio veronese ma la loro produzione interessò anche province limitrofe, oltre a varie località del Triveneto, Lombardia, Trentino e Suedtirol, senza contare le campane fuse per Palermo, Roma, Nettuno e Chieti.

 

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Cavadini Giovanni fonde dal 1817 al 1850: dalla sua fonderia uscirono vari concerti, molti dei quali destinati al Trentino ed al Tirolo. Il più famoso tra tutti è quello di due grosse campane che ancora oggi, in accordo con il Rengo, suonano sulla torre Civica di Verona, i suoi bronzi sono caratterizzati da un profilo molto poco svasato, quasi cilindrico.

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Cavadini Pietro fonde dal 1794 al 1830: produsse campane dal suono pieno e deciso. Bellissimi lavori furono il campanone civico di Mantova, la campana maggiore di Santa Maria della Scala in Verona (ambedue ancora in attività) e degli imponenti concerti di Revere, Asiago, Novacella (Bz), Este (Pd).

Nel 1839, con i figli Francesco e Luigi, fuse 6 campane  per la parrocchiale di S. Anastasia in Verona (VR); il campanone fu rifuso nel 1989 da De Poli.

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Cavadini Francesco e Luigi I fondono dal 1830 al 1870: crearono campane dal canto nobile, uniforme e con un partito decorativo eccellente (famose sono le trecce di sostegno con scolpite le teste di cavallo). Lavorarono sui profili dei vasi bronzei restringendone la calotta ed aumentando lo spessore dell'anello di battuta. Notevoli i capolavori ancora oggi apprezzabili di S. Anastasia, S. Giovanni in Valle, San Nazaro, Negrar, Avesa, Garda, Campofontana. Possiamo dire che dal 1794 al 1865 molti dei lavori usciti della fonderia Cavadini si attestano su altissimi livelli di resa acusticomusicale.

Poi Verona passò dall’essere florida città dell’Impero Austroungarico a centro di provincia del regno d'Italia. La crisi economica si espanse sul territorio, chiusero molte fonderie e la qualità della produzione di quelle rimaste attive subì una flessione.

Nel 1852 fuse 1 campana per la parrocchiale di S. Lucia in Verona (VR),

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Cavadini Achille fonde dal 1862 al 1928: iniziò ad usare sagome estremamente leggere, introducendo novità tecniche geniali ed importanti, come i telai ed i contrappesi in ferro; sperimentò, copiò e progettò inoltre moltissimi profili diversi. Fu il più produttivo, longevo e conosciuto di tutti i Cavadini.

Opere oggi funzionanti e generalmente apprezzate sono i concerti di: Dossobuono, San Michele, Portese, Boschi Sant’Anna, Marcellise, San Bortolo, Trissino, Roana, Quaderni, Trevenzuolo, Gargagnago, Valdiporro, San Zeno di Mozzecane, Monte, Bolca, San Zeno di Montagna e Boscochiesanuova. Commissioni prestigiose furono i grossi concerti tutt’ora funzionanti di: S. Andrea di Mantova, Duomo di Arzignano, Colognola ai Colli e Cattedrale di Palermo, quest'ultimo, rifuso. Nel 1898 preparò un complesso destinato all’esposizione di Torino. Gli ornati di questi bronzi sono di una bellezza mozzafiato. Le campane piccole sono regolarmente suonate nella chiesa veronese di Santa Maria del Paradiso, la quale contiene uno dei reliquiari più forniti al mondo.

Nel 1875 fuse 1 campana per la parrocchiale di S. Lucia in Verona (VR),

Nel 1892 rifuse il concerto di 5 campane portandolo in Fa3 per la parrocchiale di Chievo (VR), di cui oggi sussistono 4 campane.

Nella seconda metà del sec. XIX, fuse le due campane del matroneo  per la parrocchiale di S. Lorenzo (VR).

Nel 1898, insieme con Ettore, fuse la prima campana (o minore)  per la parrocchiale di S. Lorenzo (VR).

Nel 1907, insieme con Ettore, fuse 1 campana per la parrocchiale di S. Lucia in Verona (VR),

Nel 1910, insieme con Ettore, fuse 1 campana per la parrocchiale di S. Lucia in Verona (VR),

 

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Cavadini Ettore fonde dal 1920 al 1956: cominciò a lavorare con profili più pesanti conferendo alle campane un suono più deciso ed ordinato.

Nel 1931 diede vita al monumentale concerto della Cattedrale di Verona che è il più grande al mondo a rotazione manuale completa. Per ironia della sorte, nella vicina chiesa di San Carlo, vi è il più piccolo di tutta l’area del sistema veronese, sempre opera dello stesso fonditore.

Nel 1923, fuse 3 campane  per la parrocchiale di S. Anastasia in Verona (VR);

Nel 1929 fuse la campana minore e la sestina  per la parrocchiale dei Santi Apostoli di Verona (VR).

Nel 1929 fuse 1 campana per la parrocchiale di S. Lucia in Verona (VR),

Nel 1934 fuse 2 campane  per la parrocchiale di Chievo (VR).

Bellissimi concerti ancora udibili sono: San Tomaso Cantuariense, San Nicolo all'Arena, San Luca Evangelista, Bonavicina, Vangadizza, Sant'Andrea di Badia Calavena, Minerbe, San Lorenzo in Vicenza, Maccacari, Settimo, Povegliano e Santa Maria in Stelle, Borghetto.

In Trentino - Sued Tirol meritano menzione Stilves e San Giovanni in Val Aurina, in Lombardia Vimercate e Sesto San Giovanni. Nel 1938 venne incaricato di fondere il bronzo dei Caduti per Rovereto, di 16000 kg che, purtroppo, a causa di un battente troppo pesante, ebbe breve vita.

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Cavadini Luigi II fonde dal 1956 al 1974: realizzò con sagome ancora più spesse molti interessanti concerti, come Valdagno, Fornace, Sovizzo, Cogollo e la Julia di Sirmione. Modernizzò notevolmente anche il partito decorativo ed introdusse il meccanismo dell’alzabattente, grazie al quale il battaglio, appena colpito il bronzo, se ne distacca leggermente, riducendo l’usura ed aumentando la durata della vibrazione della campana. Tale dispositivo è installato, per esempio, nella chiesa cittadina di Santa Maria del Paradiso. Non avendo successori fu costretto a cessare l’attività nel 1974.

 

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Bibliografia

Bib-ST-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni

Bib-ST-339 - Monografia di Nicola Patria

Bib-ST-170 - Cenghiaro G. Nonis P. - Nove secoli di campane - Piovan, 1986

Bib-ST-486 - G. Baldissin Molli (a cura di), Botteghe artigiane dal Medioevo all'età moderna, Padova 2000. N.Avogadro

Bib-ST-487 - Dal Pozzo, Enciclopedia dell'Artigianato, Milano 1966G

Bib-ST-488 - I mestieri di Venezia, storia, arte e devozione delle corporazioni dal XIII al XVIII secolo, Cittadella, (Padova ) 1997

 

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