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 Progetti di restauro e consolidamento campanili di ing. arch. Michele Cuzzoni

AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)

Cap. ATS-Q03 - Restauro campanili di ing. arch. Michele Cuzzoni - Pag. ATS-Q03.09

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2013 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

2013 - Progetto: Campanile di S. Biagio - Galgiana di Casatenovo (LC)

 

Progetto e direzione lavori: Ing. Arch. Michele Cuzzoni - Sannazzaro de' Burgondi (PV)

 

INDICE:

 

 

Progetto e Direzione Lavori Cella campanaria e guglia: Ing. Arch. Michele Cuzzoni

Qui il progetto di restauro delle campane.

 

 

Introduzione

 

Nel corso dell’anno 2013 si sono realizzati i necessari interventi di restauro al campanile, alla cella campanaria ed alle campane della parrocchia “S. Biagio” di Galgiana, frazione del Comune di Casatenovo.

Si presentano i risultati delle ricerche storiche, delle relazioni strutturali e degli interventi compiuti.

INDICE

 

 

Cenni storici essenziali

 

Dopo accurate ricerche di archivio presso la parrocchia, si sono rinvenuti numerosi dettagli sul campanile e sulle campane, di cui si fornisce un breve riassunto.

La primitiva torre campanaria di Galgiana era alta una decina di metri ed era situata a sinistra della chiesa; sulla torre era installato nel XVIII secolo un piccolo concerto di tre campane, fuse in tempi diversi dal fonditore Nicolao Bonavilla: 1754 (campanone, Fa3), 1782 (seconda, Sol3), 1771 (piccola, La3)

Nel 1840, utilizzando pietra granitica locale, si riedificò nella posizione attuale il campanile, alto 15 m.

Al suo interno il fonditore Michele Comerio pose un concerto di 5 Campane (Re3, Mi3, Fa#3, Sol3, La3) in “sagoma media”.

Nel 1888 il parroco Don Carlo Buttafava, decise il sopralzo della torre, il cui progetto fu realizzato dal fratello del parroco ing. G. Buttafava. Nel preventivo di spesa, si legge che tutti i materiali dell’erigendo sopralzo sarebbero stati reperiti presso la Cava di Andrea Pirovano di Viganò; in particolare il fusto “dovrà essere realizzato in pietrame di Cornettone, legato da calce forte e cemento rosso a presa rapida”.

I Fratelli Cantù di Velate realizzarono l’ossatura lignea della guglia a covone, mentre i Fratelli Citteri di Lesmo ne curarono il rivestimento in rame (per gli spicchi) e in piombo (per i céntini rilevati).

I Fratelli Sala, imbiancatori di Viganò, dipinsero tutta la torre fino alla croce, di cui dorarono la sfera.

I lavori, iniziati il 12 aprile 1889, si conclusero a fine novembre dello stesso anno.

La Fabbriceria e il Parroco contattarono il fonditore Giorgio Pruneri di Grosio per procurare un concerto di campane più grande. Il fonditore propose un concerto di 5 campane in Sib2 del peso di oltre 7.500 kg. Tuttavia, dopo pareri tecnici negativi sulle forze eccessive che tali bronzi avrebbero esercitato sul campanile, il fonditore presentò un concerto di 5 campane in Si2 (Si2, Do#3, Re#3, Mi3, Fa#3) in “sagoma ultraleggera” del peso complessivo di 5.520 kg, la cui fusione avvenne il 15 ottobre 1891.

Il 10 marzo 1891 fu commissionato a Ippolito Corti di Monza il nuovo castello in legno, che – tuttavia – venne realizzato in ferro e ghisa con la collaborazione della ditta Fratelli Barigozzi di Milano.

Nel 1932 si ruppero le maniglie della seconda campana grossa (Do#3), per cui si realizzano dei fori nella calotta della campana, in cui far passare coppie di tiranti per collegarla al ceppo.

Nel 1942 l’ENDIROT (ENte DIstruzione ROTtami) requisì la terza campana (Re#3, pesante 900 kg) per motivi bellici. Il bronzo fu affidato ai fonditori Ottolina di Seregno, che la frantumarono.

Nel 1945 il parroco fece rifondere tale campana dalla Ditta Barigozzi di Milano, che la realizzò in “sagoma leggera” (quindi più pesante della precedente), risultando così di kg 1.001,3. Fu collaudata il 7 marzo 1948 dal Maestro di Musica Prof. Eugenio Consonni, che ne certificò le qualità acustiche.

Nel 1957 la Ditta Barigozzi intervenne sul campanone per sostituire un perno rotto.

Nel 1963 furono installati l’impianto di automazione e l’orologio elettronico.

Nel 1989 fu realizzata la palificazione delle fondamenta della torre per ovviare ad alcuni cedimenti. Tuttavia a causa di tali perforazioni realizzate non a regola d’arte, la torre si inclinò verso la strada: il movimento fu arrestato mediante inserimento di ulteriori 5 micropali.

 

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Torre intera: Verifica di stabilità - Maggio 2013



Al fine di procedere correttamente con le operazioni di restauro predisposte nel progetto autorizzato in data 16 novembre 2012, prot. 10382 CR dalla Soprintendenza di Milano, si è realizzata in data 20 marzo 2013 una carotatura alla base del campanile per verificarne la consistenza materica.


In data 03 maggio 2013 si è prodotta la verifica totale della torre in ambito statico, dinamico e sismico al fine di valutare le condizioni ottimali della torre post restauro, riferite alla propria stabilità in condizioni di normalità statica, di stress dinamico saltuario (campane in movimento, eventi atmosferici), di criticità sismica (periodo di ritorno calcolato su intervallo di 500 anni).


I risultati ottenuti dimostrano come la torre – in assenza di fenomeni sismici estremi – sia in grado di svolgere pienamente le proprie funzioni sia sul mero piano statico (campane ferme), sia durante il loro movimento, anche combinato con eventi atmosferici (vento, neve).

  

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Cella campanaria, timpani e guglia: situazione iniziale - Giugno 2013


Dopo l’installazione del ponteggio, posizionato fino alla base della sfera che regge la croce, si è proceduto ad un’attenta ispezione della cella campanaria, dei materiali lapidei di base della guglia e della guglia stessa. Il sopralluogo del 25 giugno 2013 ha evidenziato che:

Gli intonaci sono ovunque decoesi, attaccati da licheni e muffe (particolarmente nel lato nord), con numerose lacune in cui risulta visibile il paramento di laterizi sottostante.

All’interno della cella sono presenti numerosi rappezzi in cemento, le murature superiori (ove alloggia la quinta campana) sono danneggiate e il soffitto (in putrelle e laterizi) è marcescente per infiltrazioni dalla guglia.

Fig. 01 – Dettaglio intonaco pilastro Fig. 02 – Dettaglio soffitto cella campanaria
   
Fig. 03 – Lato ovest - Muratura attaccata da agenti biologici Fig. 04– Lato sud e interno cella - Muratura attaccata da agenti biologici, disgregazione intonaci
   
 
Fig. 05 – Lato est e interno cella - Muratura attaccata da agenti biologici, disgregazione intonaci Fig. 06 – Lato nord - Muratura attaccata da agenti biologici 
   
 
 Fig. 07 – Lato sud - Muratura attaccata da agenti biologici

 

-          Gli elementi lapidei sporgenti (cornicioni e timpani), sono attaccati da licheni e muffe (particolarmente nel lato nord), e in parecchi punti sono fessurati o addirittura lacunosi di scaglie e frammenti più o meno estesi.

-          Le pigne della base della guglia sono instabili, a tratti erose, con serio pericolo di distacco e crollo.

 

   
Fig. 08 – Dettaglio cornicione fessurato, attaccato da muffe e licheni, con bordo lacunoso  Fig. 09 – Dettaglio timpano fessurato, attaccato da muffe e licheni, con esfoliazioni 
   
   
 Fig. 10 – Dettaglio pigna fessurata, attaccato da muffe e licheni, con marciume nero Fig. 11 – Lato nord - Cornicione fessurato attaccato da agenti biologici 
   
   
Fig. 12 – Lato nord - Cornicione fessurato attaccato da agenti biologici  Fig. 13 – Lato est - Timpano fessurato e attaccato da agenti biologici 
   
   
 Fig. 14 – Lato nord – Pigna 1 danneggiata  Fig. 15 – Lato nord – Pigna 2 danneggiata
   
   
 Fig. 16 – Lato sud – Pigna 3 danneggiata Fig. 17 – Lato sud – Pigna 4 danneggiata 

-          La muratura di base della guglia è ri vestita di intonaci decoesi, attaccati da licheni e muffe (particolarmente nel lato nord), con numerose lacune in cui risulta visibile il paramento di laterizi sottostante.

-          La guglia è costituita da lastre di rame, fissate ai céntini lignei ricoperti di piombo; tali lastre si presentano deteriorate e ricoperte a tratti da una pesante mano di vernice giallo-marrognola.

-          Le piombature dei céntini sono sconnesse dalle lastre di rame, provocando infiltrazioni all’interno della guglia.

-          La sfera non è coesa alla punta della guglia e si presenta danneggiata senza alcuna traccia di doratura.

-          La croce non è più saldamente ancorata all’interno della sfera, per cui essa – per effetto del vento – dondola oltre il limite consentito rischiando di precipitare a terra. Il suo fusto si presenta corroso e danneggiato in più punti.

   
 Fig. 18 – Dettaglio guglia danneggiata Fig. 19 – Dettaglio sfera e croce danneggiate  

 

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Cella campanaria, timpani e guglia: Restauro - Giugno / Ottobre 2013

La superficie intonacata della cella campanaria è stata bonificata dalle superfetazioni incongruenti; in particolare i rattoppi in cemento e gli intonaci decoesi irrecuperabili sono stati interamente asportati.

Gli intonaci consistenti, ma con fessurazioni, sono stati mantenuti previa iniezione di calce.

Tutti gli intonaci esistenti, in buone condizioni, ma attaccati da agenti biologici, sono stati ripuliti mediante spruzzo di acqua finemente nebulizzata.

Infine tutte le superfici sono state trattate utilizzando l’impasto di calce fornito dal restauratore della Ditta Calchéra San Giorgio, impasto caratterizzato da una pigmentazione naturale neutra adatta al colore originale della torre.

 

   
 Fig. 20 – Dettaglio asportazione intonaco irrecuperabile Fig. 21 – Dettaglio soffitto cella campanaria riparato e reintonacato con impasto di “Calchéra San Giorgio” 

 

 Tutti gli elementi lapidei sono stati ripuliti da incrostazioni e agenti biologici utilizzando uno spruzzo d’acqua in pressione finemente nebulizzata.

Le parti fessurate o lacunose sono state risarcite mediante applicazione di impasto di calce di composizione chimica affine all’originario “Cornettone” secondo le prescrizioni del restauratore della Ditta Calchéra San Giorgio, impasto caratterizzato da una pigmentazione naturale affine al colore degli elementi lapidei originali.

Le pigne sono state sigillate attorno alle zanche esterne ed al cilindro di ferro interno che le àncora alla base della guglia; le parti mancanti sono state ripristinate utilizzando l’impasto della Ditta Calchéra, così come definito al punto precedente.

Gli spioventi e la base di facciata dei timpani sono stati rivestiti con lastre di rame 8/10 per tutto il loro sviluppo al fine di facilitare il deflusso delle acque meteoriche e al contempo proteggere la loro struttura lapidea da pericolose infiltrazioni.

   
Fig. 22 – Dettaglio cornicione ripulito, risarcito nelle lacune e trattato con malta “Calchéra”  Fig. 23 – Timpani ripuliti, risarciti nelle lacune e rivestiti da lastre di rame 8/10  
   
 
Fig. 24 – Dettaglio pigna ripulita, risarcita nelle lacune, consolidata al piede e trattata con malta “Calchéra” 

 

La muratura di base della guglia è stata ripulita con acqua finemente nebulizzata, ricoperta e trattata utilizzando l’impasto di calce fornito dal restauratore della Ditta Calchéra San Giorgio, impasto caratterizzato da una pigmentazione naturale neutra adatta al colore originale della torre.

Le lastre di rame della guglia sono state decapate al fine di far riemergere il colore naturale del rame.

Le piombature dei céntini, decapate e ripulite, sono state sigillate mediante impiego di silicone trasparente.

La sfera è stata fissata alla punta della guglia mediante saldatura; inoltre è stata interamente dorata.

La croce è stata tenacemente ancorata al cilindro di ferro che la sostiene; inoltre il predetto cilindro – che si prolunga all’interno della guglia fino a raggiungere al piede la propria sede naturale – è stato ulteriormente rafforzato posizionando alcune piccole putrelle che lo cingono (senza bloccarlo) in più punti lungo il suo sviluppo. In tal modo è garantita la piccola libera oscillazione della croce per effetto del vento, senza tuttavia consentirne il ribaltamento od il distacco. Completa l’intervento la saldatura delle decorazioni staccate e la ritinteggiatura dell’intero manufatto in colore antracite.

   
 Fig. 25 – La guglia restaurata e ripulita Fig. 26 – Dettaglio sfera dorata e croce restaurata 
   
   
Fig. 27 – Lato Sud - 08-11-201  Fig. 28 – Lato Nord - 08-11-2013
   
   
 Fig. 29 – Lato Sud - 14-11-2013  Fig. 30 – Lato Nord-ovest - 22-11-2013

 

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Bibliografia

 

Bib-TS-000 - Testo e analisi di Ing. Arch. Michele Cuzzoni

Bib-TS-068 - Nuovo Colombo, Manuale dell'Ingegnere, Ed. Hoepli, 2002

Bib-TS-445 - Prof. arch. C.R. Romeo, (L') Approccio metodologico al progetto di restauro attraverso l'analisi di tre casi studio, Faenza, 1992

Bib-TS-477 - M. Cuzzoni, Progetto di Restauro del Complesso parrocchiale di Passalacqua in Comune di Tortona (AL), Progetto esecutivo, Edito in proprio, Sannazzaro de' Burgondi, 2003

Bib-TS-478 - M. Cuzzoni, Progetto di Restauro del Campanile di Bettole in Comune di Pozzolo Formigaro (AL), Progetto esecutivo, Edito in proprio, Sannazzaro de' Burgondi, 2004.

Bib-TS-479 - M. Cuzzoni, Progetto di Restauro Interno del Campanile Monumentale di S. Carlo Borromeo in Comune di Torrazza Coste (PV), Progetto esecutivo, Edito in proprio, Sannazzaro de' Burgondi, 2010

Bib-TS-522 - Ing. Arch. Michele Cuzzoni - "Parrocchia S. Biagio - Galgiana di Casatenovo (LC) - Campanile - Cella campanaria - Campane - Operazioni di Restauro 2013 - Relazione" -  Sannazzaro de' Burgondi, 2013

 

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