Campane e concerti storici - Regione Marche
AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)
Cap. ARS-H10 - Rassegna bronzi storici - Pag. ARS-H10.049
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Provincia di Ancona - Comune di Ancona
CENSIMENTO 2018
Le Campane della Città
di Ing. Luca Paolini di Osimo
Le campane della Chiesa Collegiata - Parrocchia di S. Stefano Martire
Le campane della parrocchia di S. Pietro Apostolo in Sant'Agostino
Rilevazioni
effettuate domenica 30 settembre 2018.
La presente relazione tratta della campana maggiore presente sulla torre civica
del comune di Castelfidardo.
Questo campana, che risulta essere attualmente la più grande tutta la città di
Castelfidardo, viene utilizzata per il suono delle ore dell’orologio della
torre.
Anche se ancora sono presenti il ceppo e l’aspa per il suono manuale, da decenni
non viene più suonata a distesa, a causa delle oscillazioni che provocherebbe
alla struttura della torre.
E’ presente anche un’altra campana, di nota Rebemolle 4 calante, che
si trova sulla cima della torre civica e che suona i quarti d’ora, di cui
purtroppo non si sono effettuati i rilievi a causa della pericolosità della
scala di accesso all’ultimo livello della torre.
Fusa nel 1803, da
Luigi Pasqualini di Montedinove.
Sulla calotta superiore presenta un’iscrizione disposta su
tre righe[1]:
+ [Hanc creaturam a
sacro benedicta] PRAESULE ET IN HONOREM TUI B
● V ●
MARIAE AC SS ●
PNORUM CONDITAM MISERICORS ASPICE DEUS
+ [Ad sonitum eius
laudetur nomen tuum] DEUS SIT PATRIA INCOLUMIS ET PROCUL FUGIANT AB EA
TEMPESTATES OMNESQVE BARTES ADVERSAE ●
+ [Ill.mi DD.Petro
Francisco Philippi et] IGNATIO SCIAVA AD HOC OPUS PER ILLMUM CASTRIFIDARDI
MAGISTRATUM DEPUTATIS
● ANNO DOMINI MDCCCIII
●
PER
ALOYSIUS
PASQUALINI EX
MONTIS DE NOVEM
FUDIT
Diametro: 122 cm.
Spessore: 9 cm.
Peso della campana: 10 quintali circa.
Nota: Re 3 calante.
STORIA DELLA
FUSIONE DELLA CAMPANA[2]
19.7.1803
“Essendosi rotta la pubblica campana di questa Terra di Castelfidardo ne viene
fatta la nuova refusione, previa le debite licenze della sacra Congregazione del
Buon Governo,mediante l'opera del signor
Luigi Pasqualini di Montedinove.
Segue la medesima in un cassotto a pianterreno situata nella contrada entro
questa terra denominata "breccia", spettante in proprietà alla signora Maddalena
Gaudenti Baroni Gramaglia di Sirolo che per l'effetto suddivisato somministra
graziosamente il sito medesimo. La stessa campana è riuscita di ottimo suono. In
essa vi si veggono impresse l'effige del Santissimo Crocifisso, mancante di una
gamba per effetto di malfusione in quella parte, l'effige della Madonna
Santissima di Loreto, sopra la sua casa in atto di essere trasportata dagli
angeli, quelle di Sant'Emidio e di San Vittore Protettori di questa terra, e
sotto la figura dell'ultimo di questi santi evvi lo stemma gentilizio di questa
illustrissima comunità.
Intorno ad essa campana leggesi impressa l'infrascritta
iscrizione[3]:
Hanc creaturam a sacro benedicta praesule et in honorem tui,beatae virginis
Mariae,ac SS.P.novum conditam,misericors aspice Deus/ Ad sonitum eius laudetur
nomen tuum Deus, sit Patria incolumis et procul fungiat ab ea tempestae omnes
Partes adversae / Ill.mi DD.Petro Francisco Philippi et Ignatio Sciava ad hoc
opus per Illmus Castrifidardi Magistratum Deputatis.Anno Domini MDCCCIII.
[4]
Volle l'artefice apporvi uno scherzo rappresentante una lucertola. Come ancora
il suo nome in lingua latina, trattato con la di lui imperizia di tale lingua,
senza intelligenza dei signori deputati suoi e con pari errori appose sotto la
sua immagine S. Emidius.
Il peso della stessa campana è stato invenuto in libbre
3157 e detratta la valuta del metallo della rotta campana, il pubblico di
Castelfidardo suddetto ha incontrato la spesa per il nuovo metallo, per la
mercede dovuta all'artefice, per cicogna, ferratura ed altre manualità
indispensabili la somma in tutto di...”
[5]
24.7.1803
Il campanone viene benedetto nelle sacre forme prescritte dal rituale romano da
Mons. Felice Paoli, Vescovo di Loreto e Recanati,nella Chiesa Collegiata,ove
preventivamente era stata
trasportato,nel dopopranzo,presente molta quantità di popolo accorsa alla sacra
funzione.
Più tardi il 2(o12?).8.1803 in occasione della fusione del campanone comunale vengono impresse l'effigie del Crocifisso, della Santa Casa di Loreto trasportata dagli angeli e quelle di S.Vittore e di S. Emidio protettori di questa terra.
[1]
A causa della ristrettezza della cella
campanaria è stato possibile leggere solo una
parte delle iscrizioni compresa la firma del
fonditore; esse verranno di seguito riportate in
MAIUSCOLO. Le restanti iscrizioni, riportate in
minuscolo ed entro le parentesi quadre, sono
state prese da documenti storici presenti
nell’archivio storico comunale.
[2]
Da documenti storici presenti nell’archivio
storico comunale
[3]
opera del signor
Ottavio Canonico Ghirardelli
[4]
Nostra traduzione:
Guarda o Dio misericordioso questa opera ,
benedetta dal sacro Presule e costruita in onore
della Beata Vergine Maria. /
Al
suono della campana sia lodato il tuo
nome Dio, sia sempre salva la Patria e tutte le
avversità
fuggano da questa con prestezza. /
Essendo deputati a questa opera Pietro Francesco
Filippi e
Ignazio Sciava per conto
della Magistratura di Castelfidardo. Anno
del Signore MDCCCIII
[5]
A.C.Cf. Vedi rogito
del...
Rilevazioni
effettuate sabato 16 giugno 2018
La presente
relazione descrive le campane della chiesa di Santo Stefano di Castelfidardo,
detta Collegiata.
A causa della
pericolosità delle operazioni effettuate, dovuta in primo luogo alla notevole
altezza dei bronzi rispetto al pavimento della cella campanaria, non è stato
possibile rilevare con precisione alcune delle immagini raffigurate sulle
campane.
La seguente
trattazione andrebbe poi approfondita con ricerche sugli archivi diocesano e
parrocchiale per una conoscenza più approfondita delle vicende storiche, come ad
esempio le rifusioni, subite nel corso dei secoli da queste campane.
Da queste ulteriori
ricerche si potrebbe poi tracciare la storia della campana più piccola, la quale
non solo è la più antica delle quattro, ma che è stata anche fusa circa un
secolo e mezzo prima della costruzione dell'attuale campanile.
Mi auguro infine si
riesca a risalire agli eredi degli ultimi campanari, per sapere anche come
venivano eseguite manualmente le suonate prima del 1967, anno in cui il parroco
don Primo Recanati, fece elettrificare i bronzi dalla ditta Fagan di Vicenza.
Per concludere
questa prefazione ringrazio di cuore don Bruno Bottaluscio che ha permesso
questa iniziativa, Mario Montini e il Centro Studi Storici Fidardensi
Luca
Paolini
Giugno 2018
Fusa nel 1892 dalla
fonderia
Daciano Colbachini di Padova
Sulla parte
superiore della campana decorazioni a motivo di foglie.
Immediatamente
sotto, è presente un'iscrizione in latino disposta su un'unica riga che dice:
EXAUDI DOMINE VOCEM
POPULI TUI ET LIBERA EUM AB OMNI MALO ANNO MDCCCXCII
Sotto l'iscrizione
è presente un festone a motivo di foglie che percorre tutta la circonferenza
della campana ritroviamo:
- lo stemma del fonditore
PREMIATA FONDERIA CAMPANE
DACIANO COLBACHINI
E
FIGLI
IN
PADOVA
-
un Crocifisso
- Santo Stefano
- uno stemma circolare con all'interno l'iscrizione
SOLI
[DEO HONOR][1]
ET
GLORIA
-
Sant’Emidio
- altro stemma con all'interno l'iscrizione
A FULGURE ET
TEMPESTATE
LIBERA NOS
DOMINE
- un martire (forse San Vittore)
-
uno stemma con all'interno
l'iscrizione
IN TE
DOMINE
SPERAVI
NON
CONFUNDAR
IN
AETERNUM
Sulla bocca della
campana altri festoni a motivi vegetali
Diametro: 109 cm. Peso della campana: 700 kg circa.
Nota: Fa 3 crescente.
Fusa nel settembre del 1905 dalla fonderia
Daciano Colbachini di Padova
Sulla parte superiore della campana raffigurazioni di foglie
Sulla parte centrale della campana immagini tra le quali figurano lo stemma di
Castelfidardo, Santo Stefano, la Vergine con Bambino, Sant’Emidio, un altro
simbolo, e gli strumenti della passione di Cristo.
Tutte le immagini sono alternate da piante
Sulla bocca della campana: l'iscrizione su un'unica riga:
AERE CAPITOLARI PREMIATA FONDERIA PONTIFICIA DACIANO COLBACHINI E FIGLI IN
PADOVA SETTEMBRE 1905
Diametro: 85,5 cm. Peso della campana: 340 kg circa.
Nota: La 3
Fusa da
Luigi Baldini di Macerata.
Non vi è impressa la data, ma si può sicuramente datarla
agli ultimi anni del 1800[2]
Festoni sulla parte superiore della campana
Sulla parte centrale sono impressi:
- lo stemma del fonditore:
LUIGI BALDINI
FONDITORE
MACERATA
- un Crocifisso
- un vaso di fiori
- altra immagine
- un Santo (con tutta probabilità San Vittore)
- la Beata Vergine del soccorso con sotto l'iscrizione
S. MARIA SUCCURRE MISERIS
- altro vaso di fiori
- altra rappresentazione della Vergine Maria, probabilmente la Vergine di Loreto sopra la sua casa[3]
Diametro: 76 cm. Peso della campana: 270 kg circa.
Nota: Do 4
Fusa nel 1620
Sulla parte superiore della campana è presente un'iscrizione disposta su
un'unica riga:
+ ASUMPTA ● EST ● MARIA ● IN ● COELUM ● GAUDENT ● ANGELI ● MDCXX
Sulla pancia della campana sono presenti:
- un Crocifisso
- una Croce
Diametro: 56,5 cm. Peso della campana: 100 kg circa.
Nota: Fa 4 calante
BREVE STORIA DEL CAMPANILE
E DELLE CAMPANE[4]
1606 La Confraternita del
Corpo di Cristo spende 88 scudi e bolognini 20 per la fusione delle campane.
1705 Le colonne (una di
verde antico e l'altra di granito d'oriente come dalla Relazione Visita Civalli)
del tempio di San Vittore, in successione di tempo ,vengono vendute al Cardinale
Girotti, Vescovo di Fermo, che le destina ad una Chiesa di Roma e con il loro
ricavato vengono comprate la campane del campanile della chiesa Collegiata[5].
1763 Viene ultimata la
costruzione della torre campanaria (1731/63) della chiesa Collegiata, in stile barocco con terminale a cipolla.
1892 Nel di' di Pasqua il
campanone al suono del vespro si rompe. Due fonditori si offrono per la
rifusione:uno di Padova e l'altro di Macerata. Il Capitolo invita a
Castelfidardo Daciano Colbacchini di Padova. Dopo alcune trattative epistolari,
non essendo venuto il Colbacchini a Castelfidardo si invia a Padova Don Giovanni
Brillarelli per assistere alla fusione del nuovo campanone. Per l'intonazione
della campana il fonditore manda due coristi da ridursi da un maestro di musica.
S’invia intanto a Padova la campana rotta. - 10.1892 La campana della Chiesa
Collegiata è già fusa.
26.12.1992 Solenne
inaugurazione della Chiesa Collegiata Santo Stefano e torre campanaria
restaurate, con elettrificazione delle quattro campane opera della Ditta
Fagan di Marola di Vicenza eseguita nel 1967.
[1]
Tra parentesi graffe le parole che sono state
dedotte poiché poco leggibili
[2]Occorrerebbe
una pagina per parlare della storia dei
fonditori Baldini. Ci si limiterà a dire che gli
ultimi fonditori sono stati Vincenzo, che nel
1885 fuse la campana maggiore del
Duomo di Cagli
(PU) e Luigi, che nel 1894 fuse una campana per
chiesa di San Marco di Osimo (AN). Pochissimo
tempo dopo la fonderia cessò la sua attività
[3]
Purtroppo l’immagine non si è potuta leggere
molto bene a causa della presenza dell’elettro-martello
e della ruota necessari per il suono della
campana
[4]
“NOTE SULLE CAMPANE DELLA COLLEGIATA …e non
solo”, archivio storico di Castelfidardo
[5]
Arch.S.Stefano Bollettario
1690-1705,p.44
Rilevazioni effettuate sabato 28 luglio 2018
Fusa nel 1966 da
Lucio Broili di Udine.
Sulla parte superiore della campana decorazioni.
Sulla pancia della campana è presente un pavone, la raffigurazione dell’Assunzione della Vergine Maria, un cervo, ed un altro Santo
[1].Sotto, quasi sulla bocca della campana sono presenti le
iscrizioni:
FUSE LUCIO BROILI UDINE
CASTELFIDARDO MAGGIO 1966
FIORANELLI GIULIO E CONSORTE DONANO
Diametro: 79 cm. Peso della campana: 265 kg circa.
Nota: Sibemolle 3
Fusa nel 1704.
Sulla parte superiore della campana festoni a motivi vegetali.
Immediatamente sotto è presente un’iscrizione disposta su due righe, che recita:
A FULGURE ET TEMPESTATE LIBERA NOS DOMINE CHRISTUS NOBISCUM
STATE A ● D ● M ● D ● C ● C ● I ● I ● I ● I
Sulla parte centrale della campana è presente la raffigurazione di un Santo, e
la Vergine con Bambino.
Diametro: 63,5 cm. Peso della campana: 145 kg circa.
Nota: Re 4
Fusa nel 1581.
Sulla parte superiore della campana vi è impressa un’iscrizione disposta su due
righe[2]:
+ MENTEM ● SANTAM ● SPONTANEAM ● ONOREM
● DEO ● ET ● PATRIE ● LIBERATIONEM
● D ● LXXXI
Immediatamente sotto, ed in miniatura, vi sono raffigurati degli animali e delle
piante
Diametro: 47 cm. Peso della campana: 60 kg circa.
Nota: Solbemolle 4
Fusa nel 1948 dalla fonderia
Pasqualini di Fermo.
Sulla parte superiore della campana: festoni a motivi di foglie d’olivo.
Sulla pancia della campana vi sono raffigurati la Vergine con Bambino, un
Crocifisso, l’Agnello Mistico, ed infine lo stemma papale di Pio XII.
Immediatamente sotto l’Agnello Mistico è presente lo stemma del fonditore,
tenuto da due Angeli, entro cui è scritto:
FONDERIA
PASQUALINI
FERMO
Sotto ancora: festoni a motivi vegetali.
Sulla bocca della campana è presente poi l’iscrizione:
A. D. MCMXLVIII
Diametro: 41,2 cm. Peso della campana: 40 kg circa.
Nota: Sol 4
[1] Purtroppo
non è stato possibile determinare con certezza
chi sia a causa della posizione dell’immagine,
la quale si trova a pochi centimetri dal muro
della finestra del campanile ed in prossimità
dell’elettromartello
[2] E’
riportata l’iscrizione come si ritrova sulla
campana.
Non sono stati pertanto corretti gli
errori di ortografia del fonditore
Rilevazioni effettuate sabato 04 agosto 2018
Fusa nel 1803, sicuramente da
Luigi Pasqualini di
Montedinove.
Sulla calotta superiore presenta un’iscrizione disposta su
due righe:
+ D
● O
● M ● ET B ● V ●
FR ● VEN ● CN.. ● SUB ● … ● SS ● ..
● M ● M ● NOV.. ● ERECT ● EX ● ÆRE PP ● AN ● D
+ MDCCCIII ●
FUNDEM ● CURNT ● EXST ● EIUSD ● CNS
● RECT ● ADM ● R ● D ● C����S ● GHIRARDELLIO
Sulla pancia della campana è raffigurato un Crocifisso con sotto una salamandra
[1] e, dalla parte opposta, la Madonna della Misericordia.Immediatamente sotto quest’ultima vi è l’iscrizione
CAST●RDO
Diametro: 40,7 cm. Peso della campana: 35 kg circa.
Nota: Sol 4
[1] Tipico
simbolo del fonditore
Purtroppo non è stato possibile avvicinarsi alla campana e leggerne per intero le iscrizioni in quanto, per motivi di sicurezza, è stata fissata una grata metallica alla finestra che dava accesso al campanile
Fusa nel 1864.
Sulla parte
centrale della campana vi sono le seguenti iscrizioni:
SUOR
M A
ADELAIDE
SUP
A A
CASTELFIDARDO
1864
SUOR
…
ENRICHETTA
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Bib-ST-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni tratto da monografia di Ing. Luca Paolini