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 Campanile e cella campanaria: influenza sul tono

AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)

Cap. ATS-N01 - Struttura del Campanile - Pag. ATS-N01.04

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2012 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

Le piastre di riverbero della Cella Campanaria

 

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Caratteristiche delle piastre di riverbero

Sebbene le piastre di riverbero siano progettate principalmente per allontanare la pioggia e la neve dalla torre, tuttavia possono avere anche un effetto benefico sul suono delle campane.

Figura 01: L'effetto delle piastre di riverbero.

Ancora, l’effetto di diffusione svolge un ruolo fondamentale. Supponiamo di avere due campane sospese nella cella campanaria come illustrato in Figura 01 a sinistra, vista in sezione parziale trasversale. Le onde sonore si muoveranno nel senso indicato.

Quando ci sono le piastre di riverbero, il suono sarà redirezionato. Occorre tuttavia ricordare che questo mezzo vale per abbassare i toni delle campane.

Infatti, i toni alti hanno lunghezze d’onda che sono di dimensioni notevolmente inferiori alle dimensioni del riverbero delle piastre e delle loro aperture. Per le armoniche più elevate, quindi, si ha un’uscita sostanzialmente minore, se non si verificano dispersioni.

Il loro suono rimbalza contro i muri e le piastre di riverbero, e pertanto è facile da verificare, che si percepisce un suono indiretto come se non provenisse dalla torre.

La conseguenza è che l’ascoltatore ode una campana con i toni un po’ attenuati.

Naturalmente tale attenuazione è tale che in se’ non è nemmeno riconoscibile.

Ebbene, tuttavia, l’ascoltatore troverà che la campana ha un tono più mite che se fosse in una torre senza piastre o in una torre completamente aperta.

 

Ricordiamo l’effetto più favorevole degli echi di una campana in una cella un po’ chiusa, dove le piastre di riverbero aumentano l’effetto di mitigazione.

Tuttavia si trovano musicisti che non sono d’accordo. Hanno ragione nell’osservare che in tali torri le campane basse sono troppo potenti rispetto a quelle acute dimodoché spesso è difficile riconoscere il loro suono. Sembra una conclusione un po’ esagerata.

Com’è la situazione per le campane piccole?

A prima vista sembra una condizione sfavorevole. Infatti, le piastre di riverbero in genere hanno dimensioni notevolmente più grandi rispetto alle lunghezze d’onda del suono di quelle campane, in modo che il loro suono sembra quasi imprigionato nella torre. L’esperienza pratica tuttavia, smentisce tale affermazione.

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È più corretto pertanto, stabilire che il luogo ove appendere le campane acute di un carillon, deve essere scelto con cura.

Naturalmente, giocano un ruolo importante le superfici riflettenti di una cella campanaria.

Per le pareti in calcestruzzo duro, liscio e quindi altamente riflettenti, occorre considerare che le piastre costituiscono un partizionamento del riverbero richiesto rispetto al caso con le pareti in mattoni ove la riflessione è molto più lieve.

Com’è la situazione in generale?

Quando una campana piccola si trova in una cella nella posizione A di Figura 01, ci si dovrebbe aspettare che la riverberazione ostacoli la fuoriuscita del suono. Quindi la posizione migliore per ascoltare la campana è giù in basso sulla linea di emissione del suono.

Se invece una campana un po’ più grande sarà nella posizione B, allora quella sarà dunque notevolmente migliore.

La conclusione è che per celle campanarie chiuse con piastre di riverbero non si corrono rischi con le campane piccole, a condizione che la torre sia abbastanza alta.

Questo è in contraddizione con quanto spiegato per la costruzione di un carillon (si veda a pag. M01.07 "La costruzione del Carillon"). Infatti abbiamo detto che occorre disporre le campane il più vicino possibile alla tastiera in modo da avere fili corti.

Una soluzione può essere quella di posizionare le campane grandi sotto la tastiera e quelle acute sopra. Disporre le campane acute nella parte alta della torre è un requisito chiaro.

Ma potrebbero essere appese al centro, per esempio in C?

L’esperienza dimostra che questa è una scelta completamente negativa.

Un campanello appeso qui, dietro una lastra di riverbero, può essere ascoltato solo in pochi luoghi, piuttosto meglio dal lato opposto della torre dove lo si udrà molto meglio.

Apparentemente, il suono è immediatamente adiacente alle piastre di riverbero, mentre sull’altro lato il suono riflesso può facilitare la comprensione del suono ai piedi della torre. Quindi la posizione delle campane piccole non può essere scelta arbitrariamente. Dunque la posizione migliore è quella in alto e al centro della cella.

Man mano che le campane diventano grandi, si può essere più flessibili, anche se una regola generale è che il bordo inferiore di una campana pesante non deve essere più in basso del foro di uscita del suono.

Quindi vale molto di più l’effetto delle piastre di riverbero senza una disposizione effettiva dovuta alla loro dimensione.

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Per quanto riguarda il secondo aspetto, di solito si usa la regola che in direzione orizzontale si deve essere in grado di guardare attraverso tra due piastre.

Piastre da riverbero sovrapposte devono essere evitate in ogni caso. Sulla profondità delle piastre il discorso è più complesso, anche se di solito devono stare entro i 2 metri.

La riduzione in modo da includere la dispersione del suono delle campane piccole è sempre auspicabile.

Ciò vale per le torri in cui le campane sono appese senza una regola specifica.

 Infine la pendenza delle piastre di riverbero deve essere fissa a 45°; infatti se fossero piatte il suono si indebolirebbe, in particolare per le campane acute.

 

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Bibliografia

 

Bib-TS-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni

Bib-TS-261 - André Lehr - Leerboek der Campanologie, 2007

Bib-TS-274 - André Lehr - Met losgemaakte ringkraag en in hevig zweet . Een oriënterende verkenning in oude beiaardtracturen. - In: Jaarboek van het Vlaams Centrum voor Oude Muziek , jg.1, 1985, blz.109-222

Bib-TS-275 - André Lehr - Trommelspeelwerken in het verleden (Asten, 1993)

Bib-TS-276 - André Lehr - Enkele wiskundige achtergronden van het broeksysteem (Asten, 2003)

 

 

 

 

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