Suoni delle Campane
AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)
Cap. ATS-J04 - Suono della Campana - Pag. ATS-J04.02
Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2012 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina
Con i dati discussi a pag. J04.01 "Il Principio di Simulazione Dinamica", non si possono fare un numero qualsiasi di campane e poi unirle insieme. Si avrebbe un mix disordinato di campane che suonano senza alcuna coerenza musicale.
I toni dovrebbero pertanto essere scelti con cura. Inoltre sono importanti le seguenti considerazioni.
E’ ovvio che una torre bassa e snella richiede solo poche campane massicce oppure più campane leggere con una dimensione relativamente piccola.
Al contrario, si sono sentite campane più pesanti in una torre pesante e massiccia.
Il tipo di torre in tal modo determina in gran parte il carattere della campana o del carillon. Si ha più o meno un parallelo considerando lo spazio disponibile sulla torre.
Una campana forte richiede uno spazio relativamente grande, poiché per motivi tecnici è impossibile per una piccola torre avere campane troppo pesanti.
Contemporaneamente una torre piccola di dimensioni è fornita di campane piccole. Campane pesanti sarebbero insopportabili a lungo termine per i residenti. Sarà chiaro che con questo tipo di considerazioni è immediata una commessa corretta, ma senza regole ben precise si possono fare errori.
Dopo queste considerazioni allora si può prendere in esame il discorso tonale.
Suoni di melodia |
Suoni di armonia |
|||||||||
Maggiore |
Minore |
maggiore |
Quarta - sesta |
|||||||
Do2 |
||||||||||
Re2 |
Mib2 |
Mi2 |
Fa2 |
|||||||
Mi2 |
Fa2 |
Fa2 |
Sol2 |
Sol2 |
Sol2 |
La2 |
||||
Sol2 |
Sol2 |
Sol2 |
Lab2 |
Sib2 |
La2 |
Sib2 |
La2 |
Do3 |
||
La2 |
La2 |
Sib2 |
Sib2 |
Sib2 |
Do3 |
Do3 |
Do3 |
Do3 |
Re3 |
Mib3 |
Nella tabella di cui sopra, si mostrano le consuete parziali fino a cinque suoni dati. Come base di ogni rintocco è stato scelto il do2. Naturalmente si può fare una trasposizione su altri tasti senza nessuna obiezione. Per capire il modo in cui si deve leggere la tabella, può essere meglio illustrarlo con alcuni esempi.
Si vede facilmente che uno scampanio in scala minore melodica di 5 campane può essere do2-mib2-fa2-sol2-sib2 oppure do2-mib2-fa2-lab2-sib2 oppure do2-mib2-sol2-sib2-do3.
Oppure, per fare un altro esempio, il suono armonico di 3 campane, che dominano gli intervalli di quarta – sesta mostrano la successione do2-fa2-la2.
Inoltre, la tabella è una netta distinzione tra suono melodico e suono armonico. Questo non è certamente privo di significato. Se infatti ci si accorge che piccole campane suonano più veloci rispetto a quelle pesanti, si comprenderà che in generale i suoni armonici sono più adatti per campane leggere e quelle più pesanti per il suono melodico.
Inoltre quasi sempre i colpi in successione si sentono per tutta la suonata in modo da non dare dissonanze. Un rintocco di campane di piccole dimensioni come se si trattasse di tutte le campane prese contemporaneamente, diventa più armonioso che se non fossero piccole.
Un ulteriore affinamento si può applicare alla caratterizzazione minore, maggiore e quarta-sesta.
Sarà difficile affermare quale sia la campana minore col miglior carattere che possa adattarsi alle altre soprattutto quando il suono è fatto con poche campane.
La campana migliore dopo un do3 è una terza minore quindi in consonanza con mib3 e sarà la più favorevole possibile, almeno migliore di quella aggiunta in mi3 o in fa3. In quest’ultima si verifica anche un aspetto curioso di campane armoniose.
Ad esempio, si potrebbe argomentare che le corde, le canne ed altri strumenti più familiari sono più consonanti alla terza maggiore rispetto alla terza minore, fatto che con le campane è molto diverso. Sarà chiaro che qui la diversa struttura armonica della campana è da biasimare.
Figura 01: Dissonanza di due campane e due corde. Asse X = Intervallo di do3 (centesimi) *** Asse Y = Dissonanza |
In figura 01 a sinistra, c’è un grafico che chiarisce questo fatto. La figura mostra la dissonanza in una scala arbitraria, dove una campana do3, suona insieme ai suoni delle campane presenti nell’intervallo descritto in centesimi segnate sull’asse orizzontale. In direzione verticale si può leggere la dissonanza. Due campane in do3 sono completamente consonanti. Danno quindi una dissonanza pari a 0. Con una campana do#3 o re3 si ottiene la dissonanza massima, segnata dal grafico con la cuspide maggiore. Esse si trovano all’interno della banda critica; (Cfr. "La banda psicoacustica" a pag. J02.10 "Accordatura della Campana"). Poi la dissonanza diminuisce rapidamente quando si raggiunge la terza minore, aumenta un po’ quando si raggiunge la terza maggiore, ecc. L’andamento raggiunge il minimo quando si raggiunge l’intervallo di armonia do3-la3 (900 cent) e la dissonanza è meno inquietante addirittura della terza minore. Superato questo intervallo, la dissonanza aumenta ancora prima di giungere a un nuovo do4, dove la dissonanza tende a scomparire, anche se non si ottiene un massimo di consonanza. |
In tutto questo, bisogna rendersi conto che per far suonare due campane occorre decidere a quale intervallo debbano essere utilizzate l’una rispetto all’altra, per esempio più di un quarto, ma invece due campane con il tono di do3 e la3, benché con caratteri diversi tra loro, tuttavia possono formare un’unità.
La suddetta limitazione sulle possibilità puramente tonali deve essere estesa con l’osservazione che una campana piccola non può essere la base di un carillon.
A tal proposito, si è già visto lo schema delle dimensioni delle campane (Cfr. pag. J04.01 "Il Principio di Simulazione Dinamica"). Le campane delle tre righe di ottava sono quindi intese più come campane singole di torri di cappelle, municipi, ecc.
Una regola pratica è quindi quella di prendere come nota base di un carillon, se possibile, quella di 200 kg o più di peso e non inferiore ai 100 kg.
do-re-fa |
Gloria |
do-mib-fa |
Te Deum |
do-mi-sol-la |
Salve Regina |
do-re-fa-la |
Gloria Te Deum |
Si deve fare una nota finale. Alcuni suoni, in campanili cattolici, hanno un nome che deriva da canti comuni anticamente. Le note iniziali di questi canti sono l’inizio della tonalità per campane.
La tabella di fianco a sinistra, dà più informazioni. Questi nomi sono quasi caduti in disuso.
Si sarà notato che nella tabella precedente rimane indiscusso un aspetto essenziale della suoneria, vale a dire i loro tempi e ritmi propri, con cui le campane oscillano. I tempi sono fortemente correlati con il peso e le dimensioni delle campane e quindi sono diverse per ogni campana. Esso fornisce un gioco di suoni attraente e ritmico. Si veda per questo problema importante la pag. L01.05 "Tempo di attacco del suono".
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Bib-TS-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni
Bib-TS-246 - André Lehr - Een klankanalyse van de 16de-eeuwse Van Wou-klokken in de Domtoren te Utrecht (Asten, 1980)
Bib-TS-247 - André Lehr - Partial Groups in the Bell Sound. In: The Journal of the Acoustical Society of America , vol.79, 1986, blz.2000-2011
Bib-TS-248 - André Lehr - The designing of swinging bells and carillon bells in the past and present (Asten, 1987)
Bib-TS-249 - André Lehr - The tuning of the Bells of Marquis Yi. In: Acustica , vol.67, 1988, blz.144-148
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Bib-TS-255 - André Lehr - Designing Chimes and Carillons in History. In: Acustica, 1997, vol.83, blz.320-336
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Bib-TS-257 - André Lehr - Campanologie. Een leerboek over klank en toon van klokken en beiaarden (Mechelen, 1997, 2de druk 1998)
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Bib-TS-260 - André Lehr - Geschiedenis van de campanologie (Asten, 2001)
Bib-TS-261 - André Lehr - Leerboek der Campanologie, 2007