Proprietà e metallurgia del Piombo
AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)
Cap. ATS-G05 - Proprietà metalli - Pag. ATS-G05.02
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Vedi anche pagina: ARS-C01-08 Archeometallurgia del Piombo
Peso specifico fuso 11,6; punto di fusione 332°-334°; temperatura di ebollizione 1040°.
Il piombo metallico è di colore grigio-bluastro; poco tenace, molto malleabile: fragile vicino al suo punto di fusione. Mediocre conduttore di calore e di elettricità. E’ attaccato dall’acido nitrico. I suoi composti sono velenosi.
Esposto all’azione dell’aria umida si ossida rapidamente ma solo in superficie. Resiste meno all’azione corrosiva dell’acqua distillata che non a quella potabile o di fiume e ciò perché, sotto l’azione dell’acqua e dell’ossigeno atmosferico, si forma idrato di piombo abbastanza solubile nell’acqua, mentre nell’acqua impura, contenente ioni dell’acido solforico e dell’acido carbonico, si formano i sali di piombo di detti acidi i quali a loro volta essendo insolubili, formano uno strato aderente al piombo.
Il piombo allo stato nativo è estremamente raro (si segnala solo in alcune miniere della Svezia e degli Stati Uniti). Si trova assai diffuso in natura, specialmente allo stato di solfuro o galena (PbS). La galena è estratta in Australia, che produce il 19% del piombo mondiale, seguito da Stati Uniti, Cina, Peru e Canada. Una parte e' inoltre estratta in Messico ed in Germania. La produzione mondiale di nuovo piombo è di 6 milioni di tonnellate all'anno, ed le riserve totali sono stimate intorno a 85 milioni di tonnellate, che garantiscono una riserva per meno di 15 anni.
Lo si trova anche allo stato di carbonato e di solfato. Tuttavia pur essendo semplice la procedura per ottenere piombo dalla galena, ciò che si ottiene è un prodotto abbastanza impuro. Per ottenere un buon prodotto si aggiungono fluidificanti che eliminano i resti della ganga; le temperature si aggirano tra i 1100°-1200°.
Europa: Italia (Sardegna), Spagna (Linares), Francia (Cevennes); Grecia (isola di Antiparo).
Uno dei primi resti di un sistema per estrazione del piombo si è rinvenuto in Gran Bretagna a Scarcliffe Park, in una villa tardoromana. Consisteva in una semplice recinzione di pietre rettangolare pavimentata e aperta sulla fronte, larga e profonda una ventina di centimetri. La struttura forse conteneva un fuoco di legna e il piombo fuso colava attraverso l’apertura sul davanti.
Agricola, in età rinascimentale, descrive il metodo di produzione in cui si collocava direttamente il minerale piombifero frantumato in blocchi sul fuoco.
Anatolia: Çatal Hüyük, in contesti databili intorno al 7.200-6.500 a.C.;
Vicino Oriente: Iraq (Yarim Tepe, Arpachiyeq), Iran (Anau, Hissar III), Libano (Biblos), Egitto (Naqada): databili fra il VI e il IV mill. a.C.;
Egeo: Cicladi: III mill. a.C.;
Anatolia: Troia II g (Bronzo antico);
Italia: Sardegna, in contesti eneolitici; Vivara (Bronzo medio); Lazio (Casale Nuovo) Bronzo tardo;
Portogallo: tarda età del bronzo;
Britannia: età romana (manufatti in peltro: lega bassofondente di piombo e stagno);
Spagna: età romana.
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