Archeologia fusoria
AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)
Cap. ARS-C01 - Archeometallurgia - Pag. ARS-C01.08
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Archeometallurgia
del Piombo
INDICE:
Il piombo è un metallo bianco-azzurro molto tenero, denso, duttile e malleabile; possiede anche una relativamente bassa conducibilità elettrica. Può essere reso più duro per aggiunta di una piccola quantità di antimonio.
È molto resistente alla corrosione; non viene intaccato dall'acido solforico, si scioglie però in acido nitrico.
Fu scoperto in epoca molto antica - in Anatolia sono state trovate perle di piombo databili intorno al 6500 a.C.; se ne parla in papiri egizi del 1550 a.C. e nel libro dell'Esodo - probabilmente perché i suoi minerali sono diffusi ovunque e sono facili da fondere, nonché perché il piombo stesso è un materiale facile da lavorare.
Tubazioni e strutture di piombo risalenti all'impero romano sono ancora esistenti ed in servizio oggigiorno. La metallurgia del piombo è parte della storia industriale di moltissimi paesi.
Il suo nome deriva dal latino plumbum che presumibilmente proviene dal greco πελιος, (pelios, blu-nerastro), oppure dal sanscrito bahu-mala (molto sporco). Dal nome latino derivia anche il suo simbolo, Pb.
Fino agli anni ottanta il piombo tetraetile è stato un componente della benzina, usato come additivo per aumentarne il numero di ottano. Data la sua tossicità e la sua capacità di "avvelenare" i catalizzatori usati per ridurre l'inquinamento generato dagli scarichi delle automobili, è stato abbandonato in favore di altri additivi.
Le mine dei primissimi modelli di matite usavano piombo al posto della grafite.
Il piombo allo stato nativo esiste, ma è piuttosto raro. In genere viene trovato associato allo zinco, all'argento e principalmente al rame, viene quindi estratto insieme a questi metalli.
Il più importante minerale del piombo è la galena (solfuro di piombo, PbS), che ne contiene l'86,6%. Altri minerali comuni sono la cerussite (carbonato di piombo, PbCO3) e l'anglesite (solfato di piombo, PbSO4). Gran parte del piombo in uso oggigiorno proviene però da fonti riciclate.
Nelle miniere i minerali di piombo sono estratti per perforazione o per esplosione, vengono quindi macinati. Il minerale viene quindi separato dalla roccia inerte per flottazione e quindi fuso, producendo un piombo concentrato al 97% che, per graduale raffreddamento, viene liberato dalle scorie che affiorano alla sua superficie.
Il piombo fuso rimanente viene quindi raffinato per ulteriore fusione in corrente d'aria, giungendo ad una purezza dell'ordine del 99,9%.
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Bib-ST-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni
Bib-ST-019 - Tratto da una monografia di M. Composta.
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