Privacy Policy Cookie Policy /br>

Portale "Ingegneria e Campanologia" - Autore - Sommario - Mappa del Sito - Home


 Teoria musicale

AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)

Cap. ATS-E03 - Musica - Pag. ATS-E03.10

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2009 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

 

Il monocordo pitagorico

 

La scuola pitagorica fu la prima a cercare una relazione tra fisica del suono, numero ed implicazione simbolica dello stesso.

 

Per ottenere una "giustificazione" teorica alla maggiore o minore "gradevolezza" ( consonanza) dei suoni, i pitagorici si servirono del monocordo, uno strumento semplicissimo costituito da una corda tesa tra due estremi fissi, al di sotto della quale scorreva liberamente un ponticello mobile atto a "spezzare" la corda in due segmenti di lunghezza variabile.

 

Ascoltando il suono prodotto da questi due segmenti di corda, ci si accorse che si otteneva un suono consonante solo quando, dal rapporto tra le misure delle due parti, risultava una frazione costituita da due numeri interi piccoli.

 

Fu così che, ponendo in relazione i numero dall’1 al 4 (considerati i soli numeri possibili in quanto la loro somma corrisponde al numero perfetto per eccellenza, il 10, la tetraktys, dai pitagorici eletta a "fondamento dell'immortalità") Pitagora credette di ottenere tutte le consonanze: la 4ª (espressa dal rapporto 4:3), la 5ª (3:2), l’8ª (2:1) e la 15ª (4:1).

 

La bellezza delle relazioni tra i suoni veniva così “legittimata” dalla natura stessa, e il Numero si ergeva a simbolo supremo di questo miracolo.

 


Portale "Ingegneria e Campanologia" - Autore - Sommario - Mappa del Sito - Home

Bibliografia

 

Bib-TS-069 - Il documento è tratto dal sito fonte originario: http://fisicaondemusica.unimore.it

Licenza Creative Commons: Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5 - Italia

 

TOP