Liturgia antica di consacrazione delle Campane
AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)
Cap. ARS-I01 - Liturgia antica - Pag. ARS-I01.01
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Il Battesimo delle Campane
Le
Cerimonie religiose di M. l'abbé Banier
- Traduzione di Ing. Arch. Michele Cuzzoni La Benedizione delle Campane La gente chiama
impropriamente "Battesimo" la benedizione delle campane, perché si danno
alle campane nomi di Santi (d) sotto l'invocazione dei quali le si offrono a
Dio, perché essi le proteggano. La benedizione le consacra al servizio di
Dio, affinché Egli doni loro la forza, non di danneggiare le orecchie..., ma
di toccare i cuori per effetto dello Spirito Santo... Questa Benedizione è
anche necessaria, quando esse suonano, a scacciare i demoni, ecc. Il Papa Giovanni XIII
benedisse per primo le campane, dando il suo nome nel 965, a quella di S.
Giovanni in Laterano. Di tutte le cose che servono per le chiese, il sig.
Fleury dice (e) che la benedizione più solenne è quella delle campane.
Il Vescovo è colui che di
solito presiede la cerimonia. Prima di partecipare [alla cerimonia], i
parroci hanno cura di far fondere le campane dai fonditori, (f) e faranno
attenzione al fatto che la fusione non si faccia ne' in chiesa, ne' nel
cimitero; e che non si imprima sulle campane nulla di profano, ma bensì
solamente una Croce o l'immagine del Santo, Patrono della chiesa. Essi
eviteranno che si faccia alcuna superstizione durante la fusione, e la
benedizione delle campane. Dopo la fusione, bisognerà
disporre la campana il meglio possibile, per ricevere la benedizione, cioè
occorre sospenderla in modo che vi si possa girare tutt'intorno, per
toccarla dentro e fuori, lavarla e ungerla con gli oli santi. Presso la
campana si metterà una sedia per il celebrante, uno sgabello alla sua
sinistra per il diacono, e dei seggi da un fianco e dall'altro per il resto
del clero. Si porterà un tavolo con
l'antifonale, o il rituale, nel luogo in cui si deve fare la cerimonia. Se
si fa in una chiesa, si preparerà dal lato dell'epistola una credenza
coperta da una tovaglia bianca, su cui si poseranno l'aspersorio, il vaso
per l'acqua benedetta, quello del sale, gli asciugatoi, il vaso degli Oli
Santi, quello del Sacro Crisma, la pasta [profumata], l'incenso, la mirra,
il cotone, un catino, una brocca, la mollica di pane: in caso contrario si
porteranno queste cose nel luogo [prosegue
sotto] Note:
(d) Rituale di Ales
(e) Così nel Diritto Ecclesiastico, Tomo I, Parte 2, Cap. 8
(f) Rituale di Ales [continua
da sopra]
dove si farà la cerimonia; dopo questo si
procederà alla benedizione nel modo seguente. Il celebrante rivestito del
camice, della stola e del piviale bianchi, e il diacono con tutti i
paramenti dello stesso colore, escono dalla sacrestia in processione; il
portatore di turibolo apre la processione; seguono due portatori di ceri con
le loro lampade accese; segue il clero in fila per due; infine il
celebrante, col diacono alla sua sinistra. Arrivati al luogo dove si deve
fare la benedizione, i portatori di ceri li posano sulla credenza,
rimanendovi vicino, e presso di loro si pone il portatore di turibolo. Il
clero si disporrà da un fianco e dall'altro: il celebrante si siederà sul
suo scranno vicino alla campana, e coprendosi, spiegherà alla gente la
santità dell'azione che sta per compiere; ecciterà la loro attenzione, quel
tanto che se ne troverà capace; e si alzerà in seguito, per cantare con il
coro il Miserere, e qualche altro salmo indicato nel rituale. Finito il canto, il
celebrante e gli altri si alzano, scoprendosi. (a). Egli esorcizza e
benedice il sale e l'acqua, proferendo la parola: prega Dio per l'uno e per
l'altra, e Gli domanda in una delle sue preghiere, che per la virtù
dell'acqua benedetta, la campana acquisti quella di proteggere dalle insidie
del demonio, di allontanare gli spettri, ecc. In seguito mescola il sale e
l'acqua, facendo tre segni di Croce (b) nel nome del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo. Nella preghiera che segue il mescolamento, si domanda a
Dio che Gli piaccia (c) guardare favorevolmente la creatura del sale e la
creatura dell'acqua, (d) e di santificarle: cioè usa allora le stesse
preghiere per la benedizione del sale e dell'acqua, e le stesse cerimonie,
che abbiamo descritte, parlando della benedizione delle chiese. Infine il
Celebrante prende il suo aspersorio, lo bagna nell'acqua benedetta, e si
mette a bagnare la campana dentro e fuori, e i ministri completano l'opera.
Dopo averla completamente aspersa, strofinata dentro e fuori, si prendono
dei panni e la si asciuga con cura. Durante questo lavaggio si cantano i
salmi 145, 146, 147, 148, 149 e 150. [Si prende] il vaso chiuso
che si chiama "Olio degli Infermi" e il diacono lo apre. In questo vaso il
celebrante inserisce il pollice della mano destra, per applicarlo a metà
della campana dall'esterno, per formare la figura di una Croce. Durante
questa azione il diacono alza il piviale del celebrante dal lato della sua
mano destra, e nulla si traccia sulla campana, fintantoché il piviale non
sia alzato, in modo che il celebrante abbia il braccio più libero.
Dopo che il parroco o il vescovo ha tracciato questa Croce,
recita una preghiera che ripete il contenuto delle precedenti, dopo aver
asciugato con un panno la posizione in cui ha formato la figura della Croce.
Si canta quindi il salmo 28, durante il quale il celebrante forma con gli
Oli santi 7 nuove Croci all'esterno della campana. [Disegna] altre 4 Croci
con il Sacro Crisma all'interno della campana, a ugual distanza, aggiungendo
qualche volta il secchio per la benedizione di questo metallo; e formando
queste 4 Croci il celebrante onora la campana di una specie di battesimo
consacrandola nel nome della Santa Trinità, nominando il Santo che serve da
padrino alla campana, e a cui dà il suo nome.
Si incensa quindi questa campana così
benedetta o consacrata; ecco in che modo. Il portatore di turibolo, con in
mano l'incensiere e la navicella, si avvicina al celebrante che è seduto
presso la campana. Egli prende l'incenso dalla navicella, la mirra e la
pasta [profumata]; mette questi profumi nell'incensiere senza benedirli, e
dà l'incensiere al portatore di turibolo, che lo tiene sospeso sotto la
campana, in modo che essa riceva il fumo. La preghiera che si recita dopo
un'antifona e un salmo, nominando questo profumo come la "Rugiada dello
Spirito Santo". La Cerimonia dell'incensazione è seguita dalla benedizione
dell'incenso e dalla processione del portatore di turibolo in mezzo ai due
portatori di cero
[prosegue sotto]
Note:
(a) Ti esorcizzo, creatura sale, o acqua, ecc.
(b) Nell'edizione olandese si trova che il celebrante dice sull'acqua e sul
sale, mescolandoli, "Dio sia con voi". E' un errore dell'autore, che applica
a questo miscuglio del sale e dell'acqua [la formula] Dio sia con voi, che
precede [invece] l'orazione a cui segue questa azione.
(c) Affinché ti piaccia.
(d) Dopo queste parole, nell'edizione olandese, si legge questo: ciò che
potrebbe quasi persuadere, che queste creature siano dei geni o degli
spiriti che presiedono al sale e all'acqua; come quelli che il Conte di
Gabalis dipinge come gli Gnomi e le Ondine. Non si può salvare questa
riflessione se non supponendo che l'autore abbia ignorato che i termini
"Creatura salis, Creatura aqua" significano semplicemente il sale e l'acqua,
che sono delle creature uscite dalla mano di Dio così come tutti gli altri
esseri che compongono l'universo. al chierico, al suddiacono
e al diacono che portano il Libro del Vangelo, verso il luogo dove se ne
leggerà un [passo]. Il diacono passa il libro da tenere [in mano] al
chierico. Costui è piazzato tra i due portatori di ceri, in maniera - come
dice il rituale - da voltare la schiena al Nord mentre il celebrante è
voltato verso il diacono. Il portatore di turibolo che è alla sua destra,
gli presenta l'incensiere, per incensare normalmente il Vangelo. Dopo aver
letto il Vangelo, il chierico porge al celebrante il libro da baciare e il
diacono lo incensa. Il celebrante si volta verso la campana, e traccia su di
essa il segno della Croce. Allora il chierico gli da il suo cappuccio e
ritornano tutti in sacrestia, dove depongono i loro paramenti. I rituali ci presentano la
consacrazione delle campane come quella dei pastori: l'abluzione interna ed
esterna, seguita dall'unzione degli Oli santi, esprime la santificazione del
loro battesimo: le 7 unzioni tracciate in forma di croce testimoniano (a)
"che i Pastori devono sorpassare i comuni cristiani in grazia dello Spirito
Santo, e averne la pienezza designata dai 7 doni" e che l'unzione interna
con il Sacro Crisma significa la pienezza assoluta dello Spirito Santo di
cui il vescovo si trova rivestito dalla sua ordinazione. Si crede senza
timore che i profumi [d'incenso] non confermino altro che gli stessi misteri
nascosti. La prima idea che essi
presentano è che, come il fumo dei profumi si alza fino alla campana e la
riempie, così il pastore ornato della pienezza dello Spirito di Dio riceve
il profumo dei voti e delle preghiere dei fedeli. Coloro che si prestano
alle ricerche sui misteri, ne troveranno molte altre nei rituali. Noi ci
accontenteremo per istruire il lettore, di dare brevemente l'anatomia della
campana e delle sue parti, e dei loro differenti significati, o allegorie,
seguendo le scoperte che si faranno nel libro "de Ritibus" (= dei riti). Il metallo significa la
forza di comprendere del predicatore; il battaglio che colpisce un lato e
l'altro, è la lingua del dottore. Il colpo di battaglio è la censura che
applica la lingua al vizio; ciò che tiene il battaglio sospeso è la
moderazione della lingua del predicatore; il ceppo da cui pende la campana
rappresenta il legno della Croce. Gli elementi del castello a cui questo
legno è attaccato, sono gli oracoli dei Profeti. La ferramenta di ferro che
collega la campana al ceppo, designa l'attaccamento del predicatore alla
Croce di Gesù Cristo. La corda con cui si tira la campana, rafforza i grandi
misteri, per esempio le tre trecce che la compongono, sono i tre sensi della
scrittura: cioè il senso storico, il morale e l'allegorico.
[continua
da sopra]
Il Battesimo della Campana - Benedizione della Campana
Incensazione della Campana
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Campanologia" -
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