Famiglie di Fonditori storici - Regione Veneto
AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)
Cap. ARS-G20 - Rassegna fonditori storici - Pag. ARS-G20.52
Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2008 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina
(VR) - Verona - Famiglia Checcherle (di Borgo S. Silvestro) - di N. Patria
Verona, secoli XV-XVI.
A Verona esisteva, nel settore della fusione di
campane, nel 1490 la Famiglia Checcherle (di Borgo San Silvestro).
Dal cognome veronesissimo, di origine cimbra, questa famiglia fu indirizzata
alla notorietà da Francesco, dal figlio Orlando detto “il Maestro”, e dal nipote
Apollonio.
La loro tomba di famiglia si trova in Santa Maria della Scala, infatti
risiedevano nelle immediate vicinanze.
Come sappiamo il suono di una campana è composto da più note in accordo tra loro
che vengono prodotte in diverse zone del vaso bronzeo. L'evoluzione che, con i
Checcherle, ebbe la correttezza delle varie frequenze sonore implica che lo
studio dell'ottimizzazione della forma, dei materiali e del processo di fusione
e cristallizzazione del metallo era portato avanti con efficacia.
Orlando nacque da Francesco, nella contrada di San Pietro Incarnario ed è sepolto a Santa Maria della Scala.
Fuse nel 1494 una campana di 39 kg inabissatasi durante un trasporto nel Tirreno nel 1976.
Nel 1498 preparò per la patronale di Verona un bronzo dedicato a sant’Agata, protettrice dei fonditori (ancora funzionante sulla torre) e ne riporta l’epitaffio comparso miracolosamente sulla tomba: “mentem sanctam spontaneam honorem deo et patriae liberationem”.
Lo ritroviamo attivo nel 1501, anno in cui realizzò per Brenzone una campana di 334 kg.
Nel 1503 approntò due voci per Cisano, la cui minore è ancora in loco e pesa 130 kg.
Nel 1508 gli fu commissionato un bronzo destinato a Quinzano. Poco dopo morì con i conforti della religione cui era sempre stato devotissimo e per la quale si operò in varie confraternite.
Il figlio Apollonio fuse nel 1514 un’opera per San Michelin a Sommacampagna ed un bronzo di 540 kg per Monte Berico di Vicenza. I bronzi prodotti da questi artisti sono caratterizzati da un partito decorativo evoluto e particolareggiato nonché da un profilo più squadrato rispetto ai fonditori precedenti.
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