Famiglie di Fonditori storici - Regione Emilia Romagna
AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)
Cap. ARS-G05 - Rassegna fonditori storici - Pag. ARS-G05.06
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(PR) - Ramiano: Famiglia Da Ramiano
Ramiano (PR) 1443/1445
Abitante in Parma nella parrocchia di
Sant’Apollinare come si rileva da parecchi documenti contemporanei, ebbe forse i
primi ammaestramenti nelle matematiche da quel Antonio o Antoniolo da Ramiano
esercente ingegneria che nel 1423 Filippo Maria Visconti, duca di Parma, surrogò
per un anno, mal soddisfatto dei servigi che prestava Giovanni Avinanti
nell’ufficio di ingegnere del comune.
L’Antonio professava l’arte di fabbricare
orologi, il che a quei tempi implicava la necessità di erudirsi nelle scienze
matematiche. Probabilmente ebbe a maestro nell’arte degli orologi il padre, a
meno che non fosse entrato nell’officina di maestro Marchionne Toschi, che da
Brescello aveva fissato il suo domicilio in Parma.
Sta di fatto che l’Antonio a sua volta ebbe a
riuscire, secondo il Pezzana, un valente artista e di merito non comune. Al
principio del suo esercizio di orologeria tenne società di lavoro con Bartolomeo
de’ Ranieri, suo concittadino e cognato, il quale era stato avviato nell’arte
dal ricordato Marchionne de’ Toschi.
Il duca Filippo Maria Visconti nel febbraio del
1443 prese al suo servizio per alcun tempo come maestri d’orologi l’Antonio da
Ramiano e il Rainieri, e concesse loro non poche esenzioni, quali diletti suoi
cittadini di Parma e quale pegno di liberalità e stima che nutriva per due
distinti artefici quali essi erano.
La società col Rainieri sembra però non durasse
molto poiché non se ne trova più memoria.
L’Antonio appare anche come fonditore di campane:
e una di queste, che si trova ancora nelle torre dell’Abbazia di Torrechiara, si
legge: "Petrus maria de Rubeis Co: Berceti f. mccclxxv. x. vicit. x. regnat x.
ipat, Antonius".
Ramiano 1502/1521
Nel Consiglio generale del 22 novembre 1508 gli Anziani del
Comune di Parma riferirono che la torre grande della città abbisognava di
riparazione e comunicarono una proposta di lavori fatta loro da Niccolò da
Ramiano, campanaro e orologiaio comunale. I consiglieri, considerando di quanto
decoro, ornamento e utilità fosse la torre grande della città, deliberarono i
lavori necessari, che furono subito cominciati. Tra i lavori proposti da Niccolò
da Ramiano erano i seguenti: "Va facto el capitino di maii, tuto di novo, de
asse o asoni, secondo parerà al mestro, con un pomo in cima, dorato a oro fino;
li maii vanno reffacti de legno e vestiti, depinti tuti di novo; ge va una
Madonna con Sancto Iosefe depincta da uno canto, e ge va li cavali de li tri
maii, d’altro canto; ge va uno angelo, che asenderà, quando vorà sonare le hore,
et sonarà la trombeta et sonarà el campanino; ge va facto uno mandeso tuto novo
per sonare la dicta trombeta". (atti
di Francesco Burzi, filza 4 nell’Archivio notarile di Parma; Pezzana,Storia di
Parma, II, 343).
Lo Smagliati (ms.
parmense 458, f. 419) riporta che:
"A 15 Novembre 1509 si cominciò di aconzar il capitino dela
torre comune, dove era gli angioli dal relogio. E fu Nicolò da li relogii
che ‘l tolsi a conzar."
"A
18 Magio 1510, fu discoperto il capitino de la Tore del Comune, dove va gli
angioli: e fu fato quel de sopra" (ms.
Parmense 458, f. 426).
Attivo a Parma, nel 1502 fornì la campana maggiore della torre
della chiesa del Carmine e nel 1516 quella della chiesa di Santa Maria dei
Servi.
Nel giugno 1520 fece il contratto con la chiesa di San Giovanni
per la fornitura di una campana grossa: terminata che fu, non soddisfece però i
monaci, che la trovarono meno sonora della vecchia spezzata che era stata
rifusa. Ne nacque una questione portata davanti al vicario vescovile, tribunale
competente per le questioni inerenti la chiesa e nel 1521 Niccolò da Ramiano fu
condannato a effettuare una nuova fusione.
Costruttore e maestro di
orologi.
Costruttore e maestro di orologi e fonditore di campane.
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Nota: FUSORE: Fonditore di campane (1499, dal latino tardo "FUSORE(M)"
Bib-ST-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni
Bib-ST-391 - "Dizionario dei Parmigiani" presso l'archivio storico del Comune di Parma si desumono i principali fonditori operanti in quell'ambito territoriale. Delle campane realizzate e qui nominate, diverse sono andate distrutte o rifuse.
Bib.ST-395 - G.N.Vetro, Dizionario, 1998
Bib-ST-397 - A. Pezzana, Storia di Parma, t. II, 235, 485 e III, 368
Bib-ST-398 - Scarabelli Zunti, Documenti e Memorie di Belle Arti parmigiane, 1911, 62;
Bib-ST-399 - E F. da Mareto, Bibliografia, II, 1974, 895.
Bib-ST-400 - U.Benassi, Storia di Parma, V, 1906, 331