Archeologia fusoria
AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)
Cap. ARS-C01 - Archeometallurgia - Pag. ARS-C01.09
Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2012 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina
Archeometallurgia
del Rame
INDICE:
La lavorazione del rame affonda le sue radici nella preistoria: il più antico oggetto di rame a noi noto è un piccolo pendaglio ottenuto col minerale non lavorato, scoperto nella grotta di Shanidar in Kurdistan e risalente a ben 12.000 anni fa.
Esso attesta un primo uso del rame, ma invece a circa 10.000 anni fa risalgono i primi utensili prodotti col rame lavorato: dei punteruoli scoperti in Anatolia e Mesopotamia. In Italia abbiamo le prime tracce del suo utilizzo solo alcuni millenni più tardi, a partire da 6.000 anni fa.
Fig.01 - Tecniche arcaiche di lavorazione di oggetti di rame |
L' evoluzione delle tecniche di lavorazione del rame durò diversi millenni. La più antica, nota in Mesopotamia ed in Anatolia già 10.000 anni fa, consisteva nel martellamento a freddo del rame puro proveniente da filoni o pepite. Circa mille anni dopo fu inventata la tecnica del martellamento a caldo, che consisteva nel riscaldare il metallo allo scopo di ammorbidirlo prima di lavorarlo. Poi 8.000 anni fa gli abili artigiani del Vicino e del Medio Oriente riuscirono finalmente a raggiungere con i loro forni la temperatura necessaria alla fusione del rame, cioè 1.083°C; questo permise loro di ottenere sia fili e lamine da ribattere, che direttamente oggetti di ogni forma. |
Il rame aprì una nuova era dell'umanità: finì l'età della pietra (paleolitico e neolitico) ed iniziò l'età dei metalli.
L'età del rame è chiamata da alcuni studiosi anche Calcolitico, dalle parole greche che significano rame (khalkòs) e pietra (lìthos). Fu una vera e propria rivoluzione tecnologica e sociale. Basti pensare che fino ad allora per produrre utensili erano noti essenzialmente solo due materiali inorganici: la pietra, resistente ma dura da lavorare, e l'argilla, che al contrario era facile da lavorare ma non era adatta a tutti gli usi, perché gli oggetti con essa prodotti (ad esempio vasi di terracotta) erano troppo fragili.
Il rame invece riuniva in sé i pregi di entrambi i materiali già noti, eliminandone i difetti: una volta fuso si poteva infatti plasmare in mille forme come l'argilla, ma quando si raffreddava diventava più resistente della pietra. La scoperta del rame provocò inoltre molte trasformazioni sociali: per procurarselo infatti si dovevano affrontare pericolosi viaggi in luoghi lontani, cosa che favorì i contatti fra le civiltà.
Fig. 02 - Una "mezzina" toscana prodotta secondo i disegni originali del '700 |
Gli oggetti di rame
costituivano un bene di lusso. Nell'antichità infatti i metalli erano in
genere usati solo quando era indispensabile, altrimenti si preferivano
materiali più economici, poiché i giacimenti noti erano pochi ed il processo
di estrazione costoso. Ad esempio il vasellame ed il pentolame domestico
della gente comune erano di terracotta, mentre solo in pochi potevano
permettersi di possederne di rame o di altri metalli. I vasi, le pentole e
tutti gli altri oggetti di rame diventarono perciò uno "status simbol" delle
aristocrazie antiche. |
Qualche curiosità storica sul nome RAME.
La parola italiana "rame" deriva dal latino tardo "aeramen" che a sua volta deriva dal latino classico "aes". In molte lingue europee invece la parola che indica il rame deriva dal latino "cuprum" (es. inglese "copper", francese "cuivre", spagnolo "cobre", tedesco "kupfer", svedese "koppar", danese "kobber").
La parola "cuprum" però in
origine non aveva nulla a che fare col rame, ma era un aggettivo riferito a
Cipro. In epoca Greco-Romana le miniere di Cipro diventarono famose per la
qualità e la quantità di rame che vi si estraeva e l'isola diventò il maggior
produttore di rame dell'epoca, così "cuprum" passò a significare rame.
Fin dai primi tempi i metallurghi fecero esperimenti cercando di combinare il rame con altri metalli.
La scoperta più importante fu la lega derivata dalla combinazione di rame e stagno: il bronzo.
È interessante il fatto che, al contrario di noi, gli antichi non fecero mai distinzioni fra il rame puro e le leghe derivate dalla sua combinazione con altri metalli. Ne è prova il fatto che quasi tutte le lingue antiche a noi note (ad es. il greco, il latino, l'ebraico ecc.) usano la stessa parola per indicare sia il rame che il bronzo. Il bronzo aprì una nuova epoca e venne utilizzato per la produzione di vasellame, utensili e soprattutto armi, poi in età classica anche nell'arte, ad esempio per realizzare le statue. Durante tutta l'antichità si continuò però ad usare anche il rame puro, ad esempio anche per coniare le monete. Sfortunatamente non si sono conservati fino ai nostri giorni molti oggetti antichi di rame, ma dal poco che sappiamo possiamo intuire quale doveva essere la loro bellezza e il loro splendore.
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Bib-ST-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni
Bib-ST-019 - Tratto da una monografia di M. Composta.
Bib-ST-020 - B. Rothenberg, The Ancient Metallurgy of Copper, Institute for Archaeo-Metallurgical Studies, Institute of Archaeology, University College London, London, Vol. 2, 1990.
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