Princìpi di restauro
AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)
Cap. ATS-P01 - Restauro - Pag. ATS-P01.01
Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2012 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina
Etica del Restauro
E' il procedimento logico dell’Etica professionale del restauro, applicabile a qualsiasi oggetto, dai fabbricati, ai quadri, alle campane.
Riguarda tutti e soli gli operatori dell’arte conservativa e tutti coloro che hanno a cuore la conservazione di un manufatto, indipendentemente dal tipo di lavorazione necessaria a mantenerlo intatto nel tempo.
Quando si opera su un oggetto, specie se antico, è necessario comprendere che esso ha una sua intrinseca dignità storica, che va rispettata nel suo essere e che qualsiasi azione si operi su di esso deve principalmente avere come scopo la conservazione nella sua integrità morfologica, per cui l’intervento deve sempre essere reversibile.
Di fronte al concetto di restauro conservativo attuato con metodologie reversibili appare evidente che il 99% degli interventi di accordatura di una campana non saranno mai interventi di restauro bensì azioni distruttive dell’integrità della stessa.
Quali sono i Soggetti di un processo di restauro?
Dotati di quali caratteristiche?
Come si interfacciano tra loro?
Quali regole devono seguire ?
Come comprendere la sostenibilità di un intervento?
Come agire correttamente su un oggetto?
Committente: | Soggetto attivo |
Progettista / Consulente: | Intermediario tra tutti gli operatori del procedimento |
Organismo di controllo: | Regolamentazioni del “gioco” |
Maestranze operative: | Esecutori materiali del restauro |
Oggetto del restauro: | Soggetto passivo dotato di dignità intrinseca |
COMMITTENTE: colui che possiede un oggetto integro o danneggiato sul quale è necessaria un’azione reversibile di ripristino e che ha le somme necessarie per operare sull’oggetto.
PROGETTISTA / CONSULENTE: Colui che sulla base delle proprie esperienze professionali, sul proprio iter formativo e sulla propria cultura fonda le proprie azioni professionali volte alla scelta del miglior intervento sostenibile per quel dato oggetto.
Traccia un percorso operativo attraverso cui è possibile rispondere in modo obiettivo, reale e concreto alle aspettative del Committente, supportandolo nelle fasi decisionali successive senza mai ledere la propria dignità di Esperto del settore.
E’ sempre soggetto alle Normative stabilite dai vari Organismi di Controllo.
E’ colui che vigila sull’operato delle Maestranze Operative. In nessun caso egli potrà influenzare il Committente a scegliere Ditte di propria esclusiva fiducia, bensì proporre una scelta tra una rosa di almeno tre nominativi. Per garantire la perfetta imparzialità dovrà sempre suggerire una corretta Gara d’appalto secondo le Norme vigenti.
Egli non può mai agire contro l’integrità dell’oggetto ne’ falsare le proprie analisi in sede di istruttoria del procedimento per qualsivoglia motivo
ORGANISMO DI CONTROLLO: è l'Ente che stabilisce le “Regole del gioco” in termini di Normativa professionale.
E’ l'Ente che vigila sulla corretta applicazione dei metodi e delle procedure di intervento, codificate dalla pratica professionale tradizionale e secolare.
E’ anche colui che verifica e controlla la capacità professionale degli operatori di un procedimento di restauro e la bontà degli esiti ottenuti.
MAESTRANZE OPERATIVE: sono coloro che materialmente eseguono un restauro su un oggetto e che sono abilitati a svolgerlo sulla base di propri percorsi formativi o sull’apprendistato, e generalmente ratificati attraverso opportuna certificazione Legale.
OGGETTO DEL RESTAURO: è il manufatto che abbisogna di un intervento reversibile che lo riporti alle condizioni originali antecedenti la causa di danneggiamento. Esso ha una propria dignità storica data dalle caratteristiche che gli impresse il costruttore secondo il gusto e la tecnica proprie del periodo storico in cui l’oggetto fu formato.
Non può mai essere trasformato irreversibilmente in un oggetto diverso da se’ nelle proprie caratteristiche intrinseche morfologiche, pena lo snaturamento dell’oggetto che può essere anche danneggiarsi irreparabilmente.
Il Committente necessita generalmente di un intervento su un oggetto di proprietà di cui ha accertato le condizioni patologiche di danno (restauro CONSERVATIVO); raramente vuole aumentare la resistenza al deterioramento (restauro DIFENSIVO); in particolari e rarissimi casi vuol modificare la morfologia dell’oggetto (restauro INVASIVO propriamente NON è un restauro).
Quando il Committente avverte la necessità di un restauro, si rivolge a progettisti professionisti per espletare le procedure formali e burocratiche necessarie per ottenere i permessi di Legge per effettuare una data lavorazione.
Il Progettista/Consulente sulla base delle proprie esperienze sul campo, suffragato dall’iter formativo e coadiuvato dalla propria cultura specifica sulla materia, studia le origini storiche e morfologiche dell’oggetto da restaurare; ne analizza il contesto in cui è ambientato e le eventuali tradizioni etno-antropologiche che lo vedono centro di particolari operazioni. Quindi formula una serie di ipotesi di intervento scegliendo tra tutte la miglior lavorazione che lo riporti in condizioni di integrità, operando attraverso tecniche reversibili e adoperando materiali coerenti con le sostanze di cui è composto.
In nessun caso opererà come prassi con tecniche invasive irreversibili e – se costretto – non potrà disporre di alcun’altra motivazione se non la distruzione totale e incontrovertibile del manufatto stesso, scongiurabile solo attraverso l’applicazione quell’intervento invasivo.
Contestualmente il Progettista dovrà analizzare i costi dell’intervento e valutare l’effettiva necessità di quell’operazione in rapporto all’effettiva fattibilità dello stesso.
Dopo la stesura del Progetto, il Progettista relaziona al committente sulle opere da intraprendersi o, eventualmente, sull’impossibilità di procedere a un restauro conservativo, o a un qualsiasi altro restauro e quindi sulle altre possibili soluzioni praticabili, avendo cura di non omettere alcuna conseguenza che una determinata lavorazione potrà comportare in merito al ripristino dell’integrità di un manufatto.
Quindi il Professionista invierà le pratiche necessarie tese ad ottenere il Nulla-osta delle Autorità costituite ad ogni livello per la salvaguardia dei beni storici.
In nessun caso potrà mai violare le Norme etiche della sua condizione di professionista, ne’ violare sistematicamente le Leggi specifiche della materia, ne’ qualsiasi altra Norma vigente.
Ottenuto il benestare egli fornirà la propria opera di consulente esperto del Settore al Committente per la scelta delle maestranze più idonee a svolgere quel tipo di intervento di restauro, attraverso Gare di Appalto o a nomina diretta purché il professionista non si trovi in condizioni di conflitto di interessi (nascosto o palese) con la Ditta aggiudicatrice del lavoro.
Durante le lavorazioni, tutte le opere vanno seguite passo passo e curate con attenzione onde prevenire possibili imprevisti.
Al termine delle opere l’oggetto dovrà essere sottoposto a collaudo per verificare le sue condizioni di resistenza ed integrità.
Il progettista, espletati gli accertamenti necessari, chiude il procedimento di restauro e il Committente salda i costi di intervento.
In nessun caso l’oggetto può presentarsi depauperato di parti strutturali o accessorie o comunque presenti ed integre prima dell’intervento, indispensabili alla vita del manufatto stesso.
In nessun caso l’oggetto potrà presentarsi con caratteristiche morfologiche sensibilmente alterate in modo irreversibile senza giustificato e grave motivo.
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Bib-TS-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni