Struttura delle Campane e accessori del Carillon
AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)
Cap. ATS-M01 - Struttura del Carillon - Pag. ATS-M01.12
Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2012 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina
Il Carillon automatico computerizzato
Per quanto visto a pag. M01.11 "Il carillon automatico elettromagnetico", il carillon elettromagnetico riproduce automaticamente la musica riportata dalle informazioni presenti sul nastro.
Ma dal momento che dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso si è diffuso il computer, il carillon a bande non viene più prodotto perché sostituito dal computer. Ciò a volte porta l’equivoco che l’introduzione del computer soppianti il campanaro, ritenuto ormai superfluo. Ma questo non è vero. Infatti, il computer è solo un vettore di informazioni per la musica. È importante rendersi conto che l’apparecchiatura continua a sfruttare il vecchio martello elettromagnetico (cfr. a pag. M01.11 "Il carillon automatico elettromagnetico").
Questi martelli non possono mai produrre un suono con le sfumature di piano e forte. Questo effetto si ottiene esclusivamente con il carillon manuale meccanico.
Anche se ci sono moltissime tecniche informatiche, il martello elettromagnetico non potrà mai essere costruito per ottenere tali finezze di intensità sonora. Dalla loro introduzione più di mezzo secolo fa, questi martelli hanno una struttura abbastanza grossolana e quindi la loro resa è rimasta invariata! Nel frattempo, tuttavia, si è studiata una versione più raffinata che è in grado di dare qualche punto di forza in attacco e differenti sfumature. Ma purtroppo si è ancora lontani da risultati accettabili.
Ma torniamo al computer da carillon domandandoci qual è l’effettiva novità apportata.
In poche parole, i dati di una melodia per il controllo dei magneti possono essere facilmente introdotti nel computer e in seguito richiamati.
Quali misure, tuttavia, portano ad un risultato clamoroso?
Come accade da molti secoli, il campanaro scrive la sua musica sulla carta. È essenziale per il passaggio successivo di riproduzione l’utilizzo di una tastiera elettronica. Ciò potrebbe determinare il modo in cui vengono introdotte le note e il ritmo nel computer.
E per la cronaca occorre ricordare che il computer non è il computer da carillon della torre, ma un computer dotato di un leggio che il campanaro usa a casa o a scuola o su una campana da carillon. E la melodia si può suonare sul carillon manualmente sulla tastiera elettronica che trasferirà tutti i suoi dati all’interno del computer.
È una tecnica semplice che però presenta qualche obiezione.
In primo luogo, questo metodo sarebbe un approccio per poter suonare manualmente la musica automatica. Ma non è identica alla musica che si suona effettivamente manualmente, perché non si possono ottenere le sfumature dinamiche, pertanto una musica solo automatica dovrebbe avere una propria struttura.
Un primo battito potente non può essere realizzato con un forte singolo, ma piuttosto potrebbe essere ottenuto con più campane contemporaneamente.
Inoltre, la risposta manuale della musica deve essere fatta solo da un professionista.
Un modo migliore è quello di portare all’interno del computer solo le note attraverso una tastiera tralasciando il discorso della dinamica. E ciò si può fare su una tastiera musicale come quella del computer.
In entrambi i casi, non si riproduce la dinamica, ma solo il tipo di nota. In tal caso, il musicista ha scritto senza obiezioni una melodia non suonabile (manualmente), ad esempio con voci ampiamente separate, con figure anti-metriche, con un numero vario di note che si possono ascoltare, da 5 a 9.
E dopo aver inserito la musica nel computer, esso fornisce la corrente per ascoltare la melodia composta, attraverso un gioco di campane simulate.
Tuttavia c’è un altro inconveniente. Il computer si presta a memorizzare in modo eccellente un grande numero di canzoni, fino a 100. Si corre il rischio di far scomparire la funzione originale di melodia per le ore. Questo fatto è stato inteso come simbolo distintivo per l’ora, ora è possibile far ascoltare melodie diverse per ogni ora. Così la musica automatica ha concesso una funzione di dispersione di segnalazione dell’ora.
Naturalmente si può accettare come legittimo il nuovo approccio e accettare che il carattere antico della melodia oraria automatica stia scomparendo.
Un altro pericolo è che si compongano melodie troppo lunghe e troppo complicate.
Era un rischio già presente nei carillon a bande, e il computer in questo eccelle.
Eppure si apprezza che la melodia per la macchina non sia ne’ lunga ne’ complessa.
E la ragione è semplice: la musica automatica non è una performance musicale ufficiale, ma un punto di riferimento musicale nel tempo, ne’ più ne’ meno.
Si possono sperimentare ritmi diversi, con trasposizioni in modo che la melodia si senta in sintonia, ecc.
Inoltre, la notazione sarà resa visibile sullo schermo.
Usando la tastiera o il mouse il campanaro potrà apportare modifiche ad essa, può eliminare ed aggiungere note.
E queste modifiche, naturalmente, si possono fare quando la musica non era del tutto all’altezza delle sue aspettative.
Incidentalmente questa tecnica si presta anche per la musica che è stata precedentemente memorizzata nel computer.
Attraverso questa musica, si possono correggere le irregolarità che si possono avere a causa della distanza delle campane, per cui il campanaro può aggiungere o eliminare elementi che sono inadatti durante l’approccio manuale alla melodia. Nel computer, quindi tutte le informazioni raccolte per la visualizzazione, si trasferiscono sul carillon della torre.
A condizione che il campanaro resista alla tendenza di conoscere la musica automatica e di anticiparla manualmente, quindi come un derivato del suono manuale, non sembra esserci nulla di male.
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Bib-TS-275 - André Lehr - Trommelspeelwerken in het verleden (Asten, 1993)
Bib-TS-276 - André Lehr - Enkele wiskundige achtergronden van het broeksysteem (Asten, 2003)