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 Struttura del Carillon

AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)

Cap. ATS-K02 - Carillon - Pag. ATS-K02.02

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2012 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

Il Martello per il suono del Carillon

 

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Campane da Carillon e da Orologio

Quando una campana serve solo per il carillon, allora essa si blocca immobile alla trave.

Tuttavia è anche possibile una combinazione con una campana oscillante. Inoltre si assume che questa è solo una campana da sospendere.

In quasi tutti i casi la campana a carillon è nata come suoneria dell’ora e della mezzora. Le sue dimensioni possono variare ampiamente. Così ci sono le campane oscillanti di 2000 kg e più, mentre certamente non sono rare quelle da 50 kg.

La caratteristica comune è che queste campane sono percosse da un martello esterno sia per le ore che per la mezzora.

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Martelli meccanici

In figura 01 e 02 sono mostrati i dispositivi meccanici necessari.

 

Figura 01: Martello con sovrapposizione del manico e dello stelo. Figura 02: Martello con sovrapposizione del manico e in connessione con molla.

La figura 01 mostra una campana appesa ad una trave di legno.

In cima a quella sbarra di legno c’è un cardine A a cui è collegato il manico del martello B per l’esecuzione del suono. Seguendo lo schema, tirando il filo d’acciaio verso il basso, allora il martello verrà alzato verso l’alto.

Quando il meccanismo di percussione della campana viene lasciato libero, il martello ricade e percuote la campana.

Una lunga molla C, posta sotto il gambo del martello, riporta istantaneamente il martello in posizione di riposo, leggermente distante dalla campana.

Sarà chiaro, per inciso, che la forza della molla deve essere tale da permettere la caduta del martello contro la campana e sufficiente per riportarlo in posizione di riposo.

Naturalmente la distanza di oscillazione del martello deve essere calcolata e non presa arbitrariamente.

Infatti se la distanza è troppo lunga si avrebbe un attacco molto forte, viceversa se fosse troppo debole, la campana avrebbe un suono impercettibile.

L’esperienza dimostra che per una campana di 500 kg è sufficiente una distanza di diversi centimetri. Sarà ovviamente chiaro che più forte è la molla e maggiore sarà la distanza da cui il martello deve cadere per ottenere lo stesso effetto.

La distanza è tale che da un lato può essere impostata nella campana e dall’altro mediante il punto di fissaggio del filo di acciaio al braccio orizzontale del martello. Infatti più ci si avvicina al punto di rotazione e maggiore è la distanza da cui il martello cadrà.

 

Nella figura 02 vi sono due varianti convenzionali.

A sinistra vi è il martello a molla (Cfr. pag. M01.02 "Meccanica di movimento del Carillon: i fili di congiunzione").

L’operazione di suono è facile da vedere.

Per un anello A sono collegati 3 fili di acciaio. Uno di loro va ad un punto fisso sulla parete con molla (filo della molla), un altro al martello (filo del martello), il terzo va al tasto della campana da suonare.

 

La parte destra del disegno mostra un modo completamente diverso di raccordo. Questo perché si fa uso di un cosiddetto bilanciere, che è formato da due bracci angolari fissati l’uno all’altro, e in grado di ruotare nel punto d’angolo, formando quindi un quadrato. Su uno dei bracci è collegato un martello.

Il funzionamento è quindi ulteriormente semplice.

A ruota intorno al martello, mentre in B una molla elicoidale garantisce che il martello, dopo il colpo, non si fermi sulla parete della campana.

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Martelli elettromagnetici

Una versione finale, solo per completezza.

Invece di considerare un martello puramente meccanico, si può scegliere di usarne uno elettromagnetico.

Questo assicura che il magnete, quando viene eccitato elettricamente, sollevi il martello della campana o lo sposti. Questo sistema è spiegato dettagliatamente nel a pag. M01.11 "Il carillon automatico elettromagnetico".

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Parametri di influenza del suono - Peso del martello

Si è già accennato ad alcuni aspetti che possono influenzare il suono.

Tra le altre cose, la distanza corretta tra martello e campana. Ma anche il peso e il materiale da cui il martello è composto, giocano un ruolo importante.

In realtà si applicano le stesse considerazioni viste a pag. J02.13 "L'impatto del batacchio e influenza sul suono di una campana".

Una piccola parentesi per il martello è quindi sufficiente. 

Il suo peso non deve essere troppo basso, ovvero non meno del 4% del peso della campana.

In secondo luogo il materiale è generalmente acciaio, scelto con una durezza Hb = 110 kg/mm2 circa.

Entrambi gli aspetti uniti determinano un potente colpo. Una campana in bilico non è mai dotata di un martello esterno, almeno quando non fa parte di un carillon.

Per questo il battaglio di una campana che oscilla sarà trattato parallelamente a questo dei carillon (Cfr.:

pag. M01.02 "Meccanica di movimento del Carillon: i fili di congiunzione"

pag. M01.05 "Meccanica di movimento Carillon: i bilancieri a batacchio esterno").

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Bibliografia

 

Bib-TS-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni

Bib-TS-261 - André Lehr - Leerboek der Campanologie, 2007

Bib-TS-274 - André Lehr - Met losgemaakte ringkraag en in hevig zweet . Een oriënterende verkenning in oude beiaardtracturen. - In: Jaarboek van het Vlaams Centrum voor Oude Muziek , jg.1, 1985, blz.109-222

Bib-TS-275 - André Lehr - Trommelspeelwerken in het verleden (Asten, 1993)

Bib-TS-276 - André Lehr - Enkele wiskundige achtergronden van het broeksysteem (Asten, 2003)

 

 

 

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