Metallurgia dei metalli e delle leghe
AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)
Cap. ATS-H02 - Metallurgia - Pag. ATS-H02.14
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Il bronzo per campane più comunemente usato è una lega composta da 78 parti di rame e 22 parti di stagno.
Sono altresì tollerate percentuali di zinco e di piombo non superiori allo 0,5%.
Esistono, sul mercato, diverse leghe di bronzo a seconda degli usi; per l'acustica della campana il bronzo ottimale è il sopra descritto in quanto l'alto tenore di stagno contenuto nella lega ha la caratteristica di addolcirne i suoni rendendo la campana molto sonora e con lunghi tempi di vibrazione.
È vero, altresì, che tale lega bronzea risulti più dura, e conseguentemente più fragile in senso strettamente meccanico, rispetto alle altre ma i parametri di esercizio delle campane non sono tali da portarle a distruzione.
Il bronzo fonde nel forno del tipo a riverbero a 950°, però il segreto per ottenere una buona omogeneizzazione delle molecole del bronzo durante il raffreddamento, è di portarlo ad una temperatura di 1200° in modo che il raffreddamento sia il più lento possibile.
Questa alta temperatura mette a rischio la resistenza dello stampo, in quanto, a queste temperature le pressioni che si sviluppano sono fino a 8 volte il peso del bronzo fuso.
Da ricordare inoltre che anche un esame visivo di una nuova campana può permettere di vedere la bontà del bronzo utilizzato e la percentuale di stagno (più o meno alta), che è stata utilizzata e cioè, più la campana è tendente all'argento con sfumature dorate e maggiore è la quantità di stagno, più la campana tende al rossiccio o addirittura allo scuro, più sarà scadente il bronzo impiegato.
Lo stagno in lega potrebbe essere sostituito anche dall'argento, metallo che conferirebbe alla campana grandi qualità sonore. Una lega contenente all'incirca il 20% d'argento, tuttavia, avrebbe costi esorbitanti.
L'argento è però talvolta presente, in percentuali minime, nella lega delle campane antiche per ragioni riconducibili all'abitudine, legata alla devozione popolare, di gettare monili d'argento e talvolta anche d'oro nel crogiuolo di colata dei “sacri bronzi”.
Ovviamente tali minime quantità non possono assolutamente produrre significative variazioni della sonorità delle campane.
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