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 Proprietà e metallurgia dell'Argento

AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)

Cap. ATS-G02 - Proprietà metalli - Pag. ATS-G02.02

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2008 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

Metallurgia antica dell'Argento

 

 

INDICE:

 

Vedere anche pagina: ARS-C01-06 Archeometallurgia dell'Argento

 

Introduzione

 

Peso atomico 107.93; punto di fusione 960,5 C°; peso specifico lavorato 10.41; peso specifico fuso 10.47.

 

L’argento nativo è raro e si rinviene in piccole quantità (laminette o filamenti) in giacimenti argentiferi nelle zone di cementazione immediatamente al di sotto del cappellaccio di ossidazione. In questa zona si depositano le soluzioni delle zona soprastante. Proprio per la tipologia di localizzazione del minerale nativo era difficile estrarlo con le metodologie primitive.

 

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ATTESTAZIONI DI ATTIVITA’ ESTRATTIVE ANTICHE

 

- EUROPA: Sardegna (Sarrabus); Sassonia (Freiberg ed Erzgebirge); Atene (Laurion) dal miceneo alla fine del II a.C.;

 

- AMERICHE: giacimenti abbondanti soprattutto in Cile e Messico ove era impiegato già dalle civiltà precolombiane.

 

In antico l’argento oltre che dal rame nativo si ricavava anche da altri minerali nei quali è contenuto:

  1. - Clorargite (o cerargirite, AgCl)

  2. - Argentite (Ag2S)

  3. - Pirargirite (Ag3SbS3)

  4. - Proustite (Ag3AsS3)

  5. - Stefanite (Ag5SbS4)

e dai quali si poteva ottenere argento (nei campioni più ricchi) senza la coppellazione.

 

Altri minerali argentiferi sono:

  1. - Cerussite (PbCO3)

  2. - Anglesite (PbSO4)

  3. - Galena (PbS) con valori dallo 0,05 allo 0,7% ed è uno dei principali minerali argentiferi.

Questi minerali hanno bisogno di un primo processo di raffinazione in quanto piombiferi e poi della coppellazione.

L’argento si ricavava anche dalle jarositi (estratto dai romani a Rio Tinto – Huelva) che contengono solo una bassa percentuale di argento che si raffina con il piombo, a cui si lega, e poi viene coppellato. Anche nella pirite (FeSe), calcopirite (CuFeS2) e arsenopirite (FeAsS) e anche nell’elettro (lega naturale di oro e argento).

 

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L’ARGENTO NELL’ANTICHITA’: PRIMI UTILIZZI

 

- VICINO ORIENTE: Mesopotamia (Uruk-Warka); Anatolia (Beycesultan, Alishar Hüyük, Korucutepe, Arslantepe) tardo IV mill. a.C.; Ur III mill. I metà; siti di Tirat Zvi e Tell Farah III mill. I metà; Biblos 3.500 a.C. (sepolcreto eneolitico); Egitto predinastico (3.600 a.C.) Naqada.

 

Si sottolinea che nel Vicino Oriente intorno alla II metà del IV mill. vi è la concomitante diffusione dell’argento e del piombo, rapportabile ai processi di coppellazione. A ciò si affianca anche un aumento della complessità della lavorazione del rame.

  1. - EUROPA: Moravia (Katouc presso Štramberk) placchetta databile alla prima metà del IV mill.; aree attorno al Mar Nero ( Georgia, Caucaso, Ucraina, Romania, Bulgaria) reperti datati alla I metà del III mill.; Spagna fine III mill.: provincia Cuenca de Vera, siti di El Argar, El Oficio e Herrerias.

  2. - GRECIA: Creta, Cicladi manufatti datati alla seconda metà del III mill. Alla stessa datazione si hanno manufatti da Leucade.

  3. - MONTENEGRO: Mala Gruda (presso Kotor) II metà del III mill.

  4. - ITALIA: Villafranca Veronese, Remedello, reperti datati all’Eneolitico. Gaudo (necropoli) leggermente più tarda; Sardegna, ricca di giacimenti piombiferi ad alto tenore di argento: Cagliari (Su Caddu presso Selargius); tomba B "Su Nuraxeddu" di Pranu Mutteddu (Goni, Cagliari); eneolitico sardo: Serra Cannigas (Villagreca, Cagliari); Sa Corte Noa (Laconi, Nuoro); Filigosa (Macomer, Nuoro). I romani importano argento dall’Iberia, utilizzato nella loro monetazione con il rame: nella I metà del II a.C. il rapporto argento rame era di 12-1, successivamente divenne 12-15, dal III d.C. si sostituì con rame argentato.

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METODI DI ESTRAZIONE

 

La principale fonte dell’argento in antico erano le galene (PbS) e i sistemi di estrazione si dividevano in due stadi:

 

-Frantumazione e fusione del minerale (separato dalla ganga) fra i 950 e i 1200° (in atmosfera riducente) in modo da far passare tutto l’argento nel piombo.

 

-Si passava poi alla coppellazione (dalla coppella, il crogiolo utilizzato in età medievale, ma attestato anche prima, per effettuare saggi di verifica sul sedimento della vena argentifera) ove si rifonde il metallo ottenuto in presenza di aria forzata, ad una temperatura di ca. 1000°. Ciò comportava la separazione dell’argento dal piombo per ossidazione, ottenendo il litargirio (PbO), che assorbiva gli ossidi di altri metalli, tranne l’argento e l’oro. L’argento ottenuto per coppellazione ha un valore di piombo fra lo 0,05 e il 2,5%.

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Bibliografia

 

Bib-TS-092 - L. Mugnani - Manuale pratico di fonderia - Milano, 1928

Bib-TS-094 - ICCROM - Ancient metals – Metaux anciens - Roma, 1980

Bib-TS-095 - C. Giardino - I metalli nel mondo antico - Bari, 1998

 

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