Fisiologia dell'apparato uditivo
AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)
Cap. ATS-E02 - Fisica e Fisiologia - Pag. ATS-E02.02
Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2009 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina
Come è mostrato nel paragrafo precedente il campo di variazione delle intensità sonora è estremamente ampio: occupa circa 12 ordini di grandezza.
Questa grande variabilità, assieme al fatto che l'orecchio è sensibile alle variazioni di pressione, e non al valore assoluto della pressione stessa, determina la scelta di esprimere la misura dell'intensità del sono mediante una scala logaritmica.
Si definisce perciò il livello di intensità sonora come
dove .
Il livello di intensità sonora è un numero puro (quantità adimensionale) al quale si attribuisce però, per convenzione, un'unità di misura: il decibel (da A.G. Bell, scienziato statunitense) il cui simbolo è dB.
Il dB è un'unità di misura che non appartiene al sistema internazionale e deriva appunto dal rapporto tra l'intensità sonora e la soglia di udibilità.
Il misurare l'intensità sonora, anziché tramite il valore assoluto dell'energia sonora (o della pressione) che colpisce l'orecchio, con una scala logaritmica rapportata alla soglia di udibilità presenta una serie di vamtaggi:
il valore di intensità relativo alla soglia di udibilità vale proprio 0 dB
se infatti sostituiamo a I proprio il valore di Imin = 10 − 12W / m2 otteniamo naturalmente
possibilità di rappresentare grandezze che presentano un grande campo di variazione
nel caso del suono il campo di variazione è incredibilmente esteso: l’intensità sonora di un concerto rock (prossimo alla soglia del dolore, e non è questione di gusti!!) è 1000 miliardi più intensa della soglia di udibilità. Usando la definizione di I(dB), se al posto di I sostituiamo Imax, otteniamo:
A livello percettivo l’orecchio sembra rispondere, approssimativamente, allo stimolo rappresentato dall’intensità dell’onda seguendo una scala logaritmica.
il volume percepito non è in relazione lineare con l’intensità. Cioè raddoppiando l’intensità sonora (e questo può essere fatto oggettivamente in laboratorio) non si percepisce un suono di intensità doppia.
la scala presenta il "giusto" livello di sensibilità
ciò viene ottenuto premettendo il fattore 10 al logaritmo del rapporto delle intensità. Nella definizione tale fattore è opportuno (senza di esso avremmo ottenuto un'unità di misura dieci volte più grande del dB, il Bel appunto) in quanto il dB rappresenta, con buona approssimazione, la minima differenza di intensità tra due suoni che l'orecchio può percepire. Vale a dire che l'orecchio coglie la differenza di intensità tra due suoni solo se il loro livello differisce per più di un dB.
La seguente tabella riporta i livelli relativi di intensità sonora in scala logaritmica, cioè in dB, relativamente all'intensità standard del suono appena percepibile. Questi valori sono indicativamente associati ad alcune situazioni relative alla vita di tutti i giorni .
Sorgente sonora | Livello di intensità sonora in dB |
---|---|
razzo che parte - non tollerabilità | 170 |
aereo a reazione che decolla | 130 |
martello pneumatico | 120 |
campane ravvicinate | 115 |
a un concerto rock | 110 |
quando c'è molto traffico | 100 |
in metropolitana | 90 |
in una piccola fabbrica | 80 |
campane a 1 km | 78 |
in strada di città | 70 |
quando si conversa | 60 |
in casa | 50 |
in biblioteca | 40 |
bisbiglio | 20 |
foglie che si muovono | 10 |
soglia di udibilità | 0 |
Se l'intensità di un suono è compresa tra 0 dB e 60 dB questo è ritenuto silenzioso
Se l'intensità di un suono è compresa tra 60 dB e 90 dB (come quella del traffico automobilistico) può essere pericolosa soprattutto se si protrae nel tempo
Se l'intensità di un suono è compresa tra 90 dB e 120 dB (come ad esempio nelle discoteche, nei cantieri edili, negli aeroporti o vicino allo scoppio di un petardo) diventa veramente dannosa
Si pensa che un rumore di 200 dB possa uccidere un uomo.
Tutti questi valori sono puramente indicativi. Più rilevante, ai fini dello studio dell'inquinamento acustico è la rilevazione dell'intensità sonora per bande di ottava
Per ascoltare correttamente di parziali di una campana, vedere quanto descritto a pag. J02.06 - Conseguenze Musicali e Misurazioni Acustiche di una Campana.
L'intensità sonora I(dB) è una grandezza fisica che, oggettivamente, misura il flusso di energia trasportata dall'onda sonora. Tale grandezza non descrive correttamente però la "sonorità" percepita (in inglese loudness) in quanto essa dipende in modo decisivo dalla frequenza del suono, e in misura minore, anche dal timbro del suono stesso. Un esempio spettacolare di tale fatto può essere ottenuto ascoltando (in cuffia) questo suono di frequenza crescente con continuità (si va 20 Hz fino a 20000 Hz). L'intensità oggettiva del suono è costante, come dimostra l'immagine dell'inviluppo della forma d'onda riportata accanto al suono
L'esperimento non lascia dubbi: la sonorità percepita aumenta sensibilmente per le frequenze centrali;
La sonorità percepita presenta quindi un legame complesso con l'intensità sonora. Per descriverla adeguatamente si è pensato di ricorrere alla rappresentazione mediante curve isofoniche che riportano, al variare della frequenza, il luogo geometrico dei punti per i quali la sonorità percepita è costante. Esse vengono ottenute chiedendo all'ascoltatore, mentre ascolta suoni di diversa frequenza, di regolare la manopola del volume in modo da percepirli con la stessa intensità.
Dal grafico possiamo trarre alcune importanti conclusioni:
convenzionalmente si fissa il livello di sonorità percepita uguale al livello di intensità sonora I(dB) alla frequenza di 1000 Hz.
se la sonorità percepita fosse determinata completamente dalla sola intensità sonora della sorgente le curve isofoniche sarebbero orizzontali. In effetti ciò è abbastanza vero per le frequenze che vanno da 200 a 6000 Hz (che tra l'altro sono le più importanti nella pratica musicale);
alle basse e alle alte frequenze si ha un calo di sensibilità dell'orecchio. Per percepire un suono di frequenza di 50 Hz alla sonorità di 10 dB occorre, seguendo la curva isofonica e leggendo in ordinata il valore corrispondente a 50 Hz, investire l'orecchio con un'intensità sonora I(dB) di ben 60 dB (cioè circa 100000 volte maggiore!). Allo stesso modo, per udire un suono a 20 Hz la soglia di udibilità sale a 70 dB (circa 10 milioni di volte maggiore della soglia a 1000 Hz);
seguendo stavolta una retta orizzontale (relativa ad esempio all'intensità sonora I(dB)=70 dB) fino ad incontrare la curva isofonica relativa a 40 dB ci s'accorge che tale intersezione avviene (circa) alle frequenze di 100 e 15000 Hz. A tali frequenze la sonorità percepita è di mille volte inferiore (da 70 dB a 40 dB) a quella percepita a 1000 Hz. Ciò rende conto del drastico calo di sonorità percepita che si verifica alle basse e alle alte frequenze;
osservando le curve si riscontra la presenza di un minimo (cioè di un massimo di sensibilità) ad una frequenza di poco inferiore ai 4000 Hz; tale frequenza corrisponde alla frequenza di risonanza del condotto uditivo. La successiva frequenza di risonanza (3 volte quella fondamentale essendo il condotto trattabile come una canna chiusa) si trova circa a 12000 Hz e determina attorno a questa frequenza, quella "piega" che spiega il "rallentamento" nella perdita di sensibilità alle alte frequenze.
Si è pensato di introdurre una nuova unità di misura, il phon, per misurare la sonorità percepita. L'utilità di questa differenziazione risiede nel fatto che essa permette subito di comprendere se si sta parlando di intensità sonora (in decibel) o di sonorità percepita (in phon). Ad esempio possiamo dire, riformulando uno degli esempi di lettura delle curve isofoniche, che un suono a 70 dB viene percepito alla frequenza di 100 Hz a 40 phon; in tal modo non c'è più bisogno di precisare che i 70 dB si riferiscono all'intensità sonora e i 40 phon alla sonorità percepita.
Infine: in italiano può essere fonte di confusione il fatto che il termine "intensità" si possa riferire sia all'intensità oggettiva, sia a quella percepita. In inglese, invece si usano due parole distinte: intensity e loudness.
L'altezza di un suono è quell'attributo del suono stesso che ci consente di percepirlo come "nota" musicale; tale attributo può poi essere adeguatamente trascritto con un sistema di simboli posti all'interno di un pentagramma. Il parametro fisico determinante per la generazione della sensazione di altezza di un'onda puramente armonica è la sua frequenza dell'onda.
forma d'onda (evidenziato un periodo) |
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forma d'onda (evidenziato un periodo) |
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L'orecchio umano è in grado di percepire un suono solo se la sua frequenza è compresa tra circa 16Hz e 20000Hz, valori detti limiti di udibilità, anche se in realtà, nella pratica musicale si utilizza un più ristretto intervallo di frequenze -dai 20 Hz ai 4000 Hz- che corrisponde alle sette ottave del pianoforte. L'orecchio infatti è maggiormente sensibile proprio in questa regione dello spettro sonoro, fatto da cui possiamo dedurre che la musica, attività evidentemente artificiale, è stata prodotta dalla civiltà umana entro le possibilità del nostro sistema percettivo con un meccanismo di selezione culturale.
Parliamo di selezione culturale e non selezione naturale in quanto il meccanismo della selezione darwiniana avviene in un certo senso all'opposto: il sistema percettivo si è naturalmente strutturato in modo da essere in grado di percepire quei suoni naturali (es. l'avvicinarsi di una preda, lo stormire delle fronde, il respiro, ...) la cui rilevazione permetteva la maggior possibilità di sopravvivenza. Non a caso, poiché l'ambiente naturale è simile per molte specie, il campo di udibilità delle varie specie animali è piuttosto omogeneo.
Non tutte le "perturbazioni" periodiche che si propagano nello spazio sono percepibili dall'orecchio umano.
Noto l'intervallo delle frequenze udibili è utile calcolare la lunghezza d'onda dei suoni corrispondenti. Assumendo una velocità v del suono in aria pari a 340 m/s, ricordando (si veda a questo proposito la pagina come si descrive un'onda?) che
e sostituendo alla frequenza f il limite inferiore (20 Hz) e superiore (20000 Hz) otteniamo, per le onde sonore, lunghezze d'onda comprese tra circa 1,7 cm (suoni acutissimi, ad alta frequenza) e 17 metri (suoni gravissimi, a bassissima frequenza)!!
Questo dato è molto importante perché
fornisce un criterio relativo alla capacità dell'onda sonora di aggirare gli ostacoli. Il criterio è il seguente: se le dimensioni dell'ostacolo sono minori o paragonabili alla lunghezza d'onda del suono, l'ostacolo non è in genere in grado di fermare il suono che lo investe. Non genera cioè una zona d'ombra sonora. A questo proposito visita le pagine relative e alla diffrazione in generale e più in particolare alla diffrazione del suono;
fornisce un criterio di percepibilità dell'altezza di un suono in relazione alla dimensione degli ambienti in cui il suono viene prodotto
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