Beni culturali - Restauro
AREA I - ARTE TECNICO-SCIENTIFICA (ATS)
Cap. ATS-C04 - Normativa - Pag. ATS-C04.01
Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2012 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina
Nel 1990 la Diocesi di Bologna ha emanato un regolamento per l'elettrificazione delle campane.
Bollettino Archidiocesi di Bologna N° 71, 1990 pag. 389-391
Oggetto: Elettrificazione delle campane
Vengono sempre più reclamizzati da varie ditte sistemi di elettrificazione delle campane, che trovano facilmente accoglienza soprattutto data la difficoltà crescente di avere i campanari sia per il suono dei segnali, sia per le esecuzioni più solenni.
A questo riguardo preme all'Autorità Diocesana ricordare che i complessi delle campane sono tutelati dalle norme ecclesiastiche come tutti gli altri arredi adibiti per la Liturgia, e non si può fare nessun intervento che modifichi la loro struttura senza la preventiva autorizzazione di questa Curia, la quale si avvale della consulenza della "Commissione per le Campane", prevista all'interno della commissione Diocesana di Musica Sacra.
Per aiutare i Parroci e i Rettori delle Chiese, comprese quelle dei Religiosi, in questa materia, e orientarli previamente, allego un promemoria preparato dalla citata Commissione, al quale è necessario attenersi.
La tutela dell'arte campanaria bolognese, che rappresenta un ruolo tipico ed unico di eseguire i concerti di campane, è un impegno della nostra Chiesa, che intende mantenere i valori devozionali, estetici e culturali che in essa sono presentati.
Qualora il Parroco o Rettore di Chiesa intendesse fare un intervento del tipo descritto ai n. 2-3-4 del promemoria allegato, dovrà chiedere la previa autorizzazione scritta alla Curia e la consulenza della Commissione per le Campane inviando la richiesta e ogni utile documentazione all'Ufficio Liturgico presso Curia Arcivescovile - Bologna.
Si ricorda comunque che non sarà autorizzato nessun intervento che renda impossibile il suono delle campane "alla bolognese".
Cordiali saluti
Bologna. 3 dicembre 1990
PROMEMORIA
(allegato alla lettera del Vicario Generale in data 3 dicembre 1990)
L'esercizio delle tecniche campanarie bolognesi notoriamente richiede che le campane siano equipaggiate ed installate secondo talune tipiche modalità sempre rispettate in tutti i montaggi eseguiti nelle nostre zone, fino a quando ditte senza radici locali hanno cominciato ad introdurre automatismi che nulla hanno a che vedere con la nostra tradizione e che anzi spesso la contraddicono.
Non ci nascondiamo che in taluni casi si rende desiderabile da parte dei sacerdoti l'adozione di sistemi automatici che provvedano ai più comuni segnali giornalieri; è però necessario che tali meccanismi rispondano a determinate caratteristiche che porremo ora in evidenza.
Gli interventi che si possono eseguire sono i seguenti (enumerati e descritti in ordine di preferenza):
1. Impianto ad altoparlanti, che diffondono il suono registrato delle campane dello stesso campanile o di altro.
Questo è il sistema a tutt'oggi preferito, ed è di larghissima diffusione.
I motivi sono i limitati costi d'impianto e di manutenzione, la totale indipendenza dalle campane e dalla loro incastellatura, la fedeltà della riproduzione, che oggi ha raggiunto livelli davvero notevoli.
E' bene tuttavia non eccedere nella durata della trasmissione.
2. Impianto ad elettro-battenti.
Si tratta di martelli che percuotono all'esterno le campane ferme e che possono essere collegati ad un meccanismo automatico ad orologeria o ad una tastiera (per consentire l'esecuzione di musica a piacere).
E' un buon sistema, che non interferisce con la rotazione delle campane né con la possibilità di suonarle “alla bolognese”, purché si abbia l'avvertenza di montare i martelli in posizione tale da non impedire i movimenti dei campanari (per questo è utile la consulenza di un esperto).
3. Impianto con motori che muovono le campane fino ad una modesta altezza, per procurarne il suono “a distesa”.
Un intervento del genere è bene che sia limitato ad una campana sola (del resto largamente sufficiente per le consuete esigenze: Angelus, Ave Maria, richiami per la Messa).
E' necessario che il meccanismo sia facilmente isolabile dalla campana (con rapido sganciamento di una catena o simile) e che l'installazione non alteri né il ceppo della campana (a parte l'inevitabile aggiunta di una ruota), nè la stanga per il suono a mano, né il battaglio, né la collocazione della campana stessa.
Rivolgersi a ditte serie e chiedere la consulenza della Commissione per le Campane.
4. L'intervento peggiore è la motorizzazione di tutte le campane che, anche quando è eseguita secondo la tecnica meno dannosa descritta a proposito dell'elettrificazione di una sola campana, resta laboriosa da disattivare per il suono a mano, è di scarsissimo valore estetico e di elevato costo sia per l'impianto che per la manutenzione.
Quando poi viene promesso il suono “a doppio”, che richiede l'arresto della campana con la bocca verso l'alto, i problemi si moltiplicano.
Alcune ditte smantellano i ceppi precedenti e fissano le campane a propri ceppi contrappesati ed incavati per incassarvi parzialmente le campane stesse.
L'intervento piace a tali ditte perché è di più rilevante entità (e quindi più costoso) ed insieme tecnicamente più semplice. Il danno consiste nell’impossibilità di praticare il suono "alla bolognese", nella diminuita qualità del suono (che viene prodotto per caduta del battaglio) e nella possibilità (già verificatasi) che tale tipo di percussione provochi la rottura della campana.
Altre ditte lasciano l'armatura preesistente cercando di affidare il mantenimento “in piedi” della campana a fermi di vario tipo che però si rivelano inefficaci in tutti quei casi (che, specie nelle zone di pianura, sono la quasi totalità) in cui i campanili oscillano.
Senza dire che il tempo musicale delle esecuzioni migliori è molto irregolare, né si possono eseguire “scappata”,”calata” e “tirate basse”.
Tutto questo comporta la spesa di somme i cui interessi annui basterebbero largamente a coprire i costi del servizio svolto dai campanari nelle feste principali.
LA COMMISSIONE PER LE CAMPANE
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