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 Campane e concerti storici - Regione Lazio

AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)

Cap. ARS-H07 - Rassegna bronzi storici - Pag. ARS-H07.02

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2008 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

(VT) - Canino: Antica Campana ritrovata

 

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    Le dimensioni sono di 0, 39 m di lunghezza e di 0, 37 m di altezza, ad eccezione del sistema di sospensione, fortemente danneggiato, costituito da tre maniglioni. Il diametro è di circa 50 cm.

    La campana presenta un' iscrizione esterna, nella parte inferiore, ed in quella superiore, due croci (una per lato) sormontate da due fori triangolari per migliorare il suono del manufatto. Le lettere dell' iscrizione hanno un' altezza di 7/8 mm.

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Per la datazione della campana gli elementi da prendere in esame sono:


    1) La comparsa del nome Vivenzio. La menzione di un Vivenzio come committente non indica per forza una datazione altomedievale della campana poiché il culto di S. Vivenzio, vescovo di Blera (metà V secolo), fu importante nell' alto Lazio per lungo tempo.


    2) Le due croci terminanti con volute arricciate presenti sulla campana. E' stato recentemente dimostrato che tale tipo di croce, già ritenuto "longobardo", sia stato ripreso in pieno XI secolo in alcune chiese abruzzesi come S. Benedetto "in Perillis". Il tipo di croce preso in esame non può essere quindi un dato certo di datazione.


    3) Caratteri paleografici. La forte somiglianza tra l' epigrafe della campana e due epigrafi lucchesi della prima metà del XII secolo, soprattutto per l' alternanza di lettere onciali (e, h) e di lettere capitali (u/v), invita all'approfondimento delle ricerche in ambito toscano. Infatti l'alternanza di lettere di stili diversi si ritrova in epigrafi di area pisana come quella che esiste tra la porta maggiore e quella laterale sinistra del Duomo di Pisa, riguardante la fondazione della stessa chiesa tra il 1063 ed il 1064.

    Gli elementi ritenuti datanti fino a qualche anno fa, possono essere quindi letti in chiave diametralmente opposta e potrebbero contribuire ad avvalorare la suggestiva tesi di una presenza di maestranze "pisane" nel Viterbese un secolo prima di quanto attestato con Bartolomeo ed i suoi figli.

 

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Bibliografia

Bib-ST-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni

Bib-ST-112 - Donati P.A., Il campanato, in “Quaderni di informazione “,8 (1981), Bellinzona.

Bib-ST-178 - P. Rugo, "Le iscrizioni dei secoli VI-VII-VIII esistenti in Italia. III", Cittadella, 1976, n. 86, p. 67

BIB-ST-180 - A. Silvagni, Monumenta epigraphica Christiana saeculo XIII antiquiora quae in Italiae finibus adhuc extant, III, Città del Vaticano 1940, tav. I, nn. 4/5

Bib-ST-331 - G. Scalia, "Ancora intorno all' epigrafe sulla fondazione del Duomo pisano", in Studi Medievali, 10/2 (1969), pp. 483-513 (o a Giuseppe Ermini, II, Spoleto 1970)

Bib-ST-429 - L. Ermini Pani, "Decorazione architettonica e suppellettile liturgica in Abruzzo nell' altomedioevo", in Atti del XIX Congresso di Storia dell' Architettura, L' Aquila 1975, 1978, pp. 67-76

Bib-ST-584 - G. B. De Rossi, "Campana con epigrafe dedicatoria del secolo in circa ottavo o nono trovata presso Canino", in Bollettino di Archeologia Cristiana (1887), pp. 82-87

Bib-ST-585 - F. Zagari, "La campana rinvenuta a Canino: un' ipotesi di diversa datazione", in Archivio Romano di Storia Patria 1994, pp. 113-117

 

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