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 Archeologia fusoria

AREA II - ARCHIVIO STORICO (ARS)

Cap. ARS-C01 - Archeometallurgia - Pag. ARS-C01.06

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2012 - © Copyright 2007- 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

Archeometallurgia dell'Argento

 

INDICE:

 

 

Nell’antichità l’argento era connesso al culto delle divinità lunari ed era per valore secondo solo all´oro, anche se, in confronto a questo metallo, è in natura molto più comune.

L’argento nativo, cioè trovato allo stato metallico, fu usato già fino dal VII millennio, mentre le più antiche testimonianze di riduzione dei minerali d’argento attraverso la cupellazione si trovano dal III millennio nel Ponto. L’argento veniva per lo più estratto dalla galena argentifera o dalla cerussite (un carbonato di piombo argentifero). Il minerale veniva introdotto in crogiolo in una fornace a circa 1000°C, con immissione di ossigeno.

Lo zolfo scompariva e il piombo ossidava formando litargirio (ossido di piombo) e permettendo così di recuperare l’argento metallico.

 

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Fin dai tempi più antichi vennero usate due grandi classi di leghe d’argento: una per oggetti di lusso e rappresentanza, impiegati solamente come simbolo di ricchezza e potere e come investimento e l’altra per oggetti che dovevano effettivamente essere usati e maneggiati.

Le leghe per investimento, d’argento più puro, contenevano 1- 4% di rame, mentre quelle per oggetti da maneggiare contenevano tenori di rame tra 10 e 40 %. La presenza di rame rende l’argento più resistente, abbassa il punto di fusione e migliora la colabilità della lega. Leghe d´argento con alti tenori di rame (tra 20 e 40%) venivano anche usate come saldatura per argento più puro.

Gioielleria in argento si trova soprattutto in Grecia settentrionale ed in Illiria, ma anche nelle Alpi, dove esiste un’antichissima tradizione nell’uso dell’argento (e di leghe che lo imitano) per piccoli oggetti decorativi di uso personale come fibule e spilloni.

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L’argento è molto duttile e malleabile, può essere colato e lavorato a martellatura, fino a divenire una foglia sottilissima e può essere anche usato per produrre filo ritorto.

È inoltre il materiale ideale per lavori a sbalzo di gran pregio, fu infatti impiegato in particolare per vasellame di rappresentanza. Il vasellame veniva formato a martellatura e decorato a repoussé dall’interno (Cfr. Pag. I02.03 "Tecniche di: Lavorazione - Decorazione - Orafe"), appoggiando la parete del vaso ad un materiale cedevole, come cera, pece, stucco o zolfo.

 

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Fig. 01 - Specchio romano in argento

La superficie esterna degli oggetti in argento veniva solitamente decorata a freddo con ceselli di varia misura e punzoni che producevano forme e motivi diversi.

Molto spesso le decorazioni venivano sottolineate per mezzo di dorature, per le quali potevano venir usate varie tecniche.

(Cfr. Pag. I02.03 "Tecniche di: Lavorazione - Decorazione - Orafe")

 

 

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Bibliografia

Bib-ST-000 - Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni

Bib-ST-019 - Tratto da una monografia di M. Composta.

Bib-ST-020 - B. Rothenberg, The Ancient Metallurgy of Copper, Institute for Archaeo-Metallurgical Studies, Institute of Archaeology, University College London, London, Vol. 2, 1990.

Bib-ST-021 - D. A. Scott, Metallography and Microstructure of Ancient and Historic Metals, Getty Conservation Institute, The J. Paul Getty Museum, 2002 ISBN 0-89236-638-9.

Bib-ST-022 - W.H. Dennis, Metallurgy of the Non-Ferrous Metals, Sir Isaac Pitman & Sons Ltd,London1961.

Bib-ST-023 - S.U. Wisseman and W.S. WILLIMAS, Ancient Technologies and Archaeological Materials, Gordon and Breach Publishers, ISBN 2-88124-631-1.

Bib-ST-024 - L. Addicks, Silver in Industry, einhold Publishing Co. 1940.

Bib-ST-025 - C.L. Mantell, Tin its mining, production, Technology and applications, American Chemical Society, Monograph Series, New York 1949.

Bib-ST-026 - G.M. Ingo, S. Mazzoni, G. Bultrini, S. Fontana, G. Padeletti, G. Chiozzini, L. Scoppio “Small-area XPS and XAES study of the iron ore smelting process”, Surface and InterfaceAnalysis, 22 (1994) 614.

Bib-ST-027 - G.M. Ingo et al.”La pirometallurgia”, "Progetto Tharros", Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma 1997, 29.

Bib-ST-028 - Giumlia-Mair A., 2000, Argento e leghe “argentee” nell’antichità, 7° Convegno “Le Scienze della Terra e l’Archeometria”, Boll.Accademia Gioenia di Scienze Naturali 33, 357, 295-314.

Bib-ST-029 - R. F .Tylecote., 1976, A History of Metallurgy, London.

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